SENATO – La ricetta di Renzi: solo in 150 e senza stipendio

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SENATO. Un’assemblea di 150 persone composta da sindaci e presidenti di Regione, oltre a un gruppo di esponenti della società civile scelti direttamente dal capo dello Stato. Un drappello di rappresentanti delle autonomie locali che affiancheranno la Camera dei Deputati senza sovrapporsi alle sue funzioni legislative. E che per lo svolgimento di questo mandato non percepiranno alcuna indennità. E’ questa la proposta di trasformazione del Senato che Matteo Renzi intende presentare oggi alla Direzione nazionale del Pd e che il partito dovrebbe fare propria in aula. Una trasformazione radicale della cosiddetta “camera alta”, che fino ad oggi è stata però unicamente un doppione di Montecitorio, con le stesse identiche prerogative e un legame solo indiretto con le regioni (i senatori sono eletti con ripartizione dei seggi su base regionale).

“Il Senato deve diventare camera delle autonomie – ha sottolineato il sindaco di Firenze durante il suo intervento ad un convegno di Confindustria dedicato alle città metropolitane -. Immaginiamo un Senato non elettivo, senza indennità, 150 persone, 108 sindaci dei comuni capoluogo, 21 presidenti di regione e 21 esponenti della società civile che vengono temporaneamente cooptati dal Presidente della Repubblica per un mandato”. Il nuovo Senato immaginato dalla riforma, ha spiegato Renzi, “non vota il bilancio, non dà la fiducia ma concorre all’elezione del Presidente della Repubblica e dei rappresentanti europei”.

Le Province sono un altro capitolo delle riforme da fare. “Sul superamento delle Province – ha sottolineato il segretario del Pd – non c’è l’accordo di tutti. Noi vogliamo che il 25 maggio non si voti per le Province, è possibile se il Ddl Del Rio avrà in queste ore la svolta al Senato. Questo consentirà di avere delle Province di secondo livello con i Sindaci protagonisti”. Sul fronte delle Citta’ Metropolitane, Renzi ha spiegato che della riforma “se ne parla da trent’anni, da venti sono state istituite” ma “sono una barzelletta, sono rimaste un oggetto misterioso”, visto che non c’è stato alcun passaggio di poteri costituzionali/istituzionali.

Fonte: www.virgilio.it

 

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