POZZILLI. Non sono solamente i rifiuti sversati e interrati nella Piana di Venafro a destare preoccupazione tra le popolazioni locali. Un accorato grido d’allarme giunge alla redazione di molisenetwork.it da alcuni cittadini di Pozzilli. “Ricordo benissimo –queste le parole di un ex operaio- che negli anni ’80 tonnellate e tonnellate di materiali di scarto dell’altoforno della Fonderghisa (da anni non più operativa, ndr) furono riversate all’interno di due enormi cavità naturali che caratterizzano una ben nota località montana distante pochissimi chilometri dal centro abitato”. Effettivamente non è un mistero che, al pari di quanto accaduto nella Piana di Venafro, i materiali di risulta della ex Fonderghisa siano stati scaricati, in enorme quantità, nei due profondi incavi a monte del paese, in una località non a caso denominata “Le Fosse”, lungo la strada provinciale per Acquafondata. In questo specifico caso, però, la preoccupazione è ancora maggiore, in quanto le due “fosse” sono geograficamente situate ad una quota altimetrica maggiore rispetto alla pianura sottostante, dove sorgono gli abitati di Pozzilli e Venafro. Il timore diffuso dei residenti è che assieme alla “ganga” (questo il termine utilizzato per indicare gli scarti della fusione) possano essere stati riversate abusivamente anche sostanze nocive, le quali, diluite dalle piogge, potrebbero infiltrarsi nel terreno fino a contaminare le falde acquifere che scendono a valle e alimentano i pozzi della rete idrica. “Vogliamo stare tranquilli –questa la conclusione dei cittadini che ci hanno segnalato il caso-, non tanto per noi, ma per i nostri figli e nipoti. Chiediamo, pertanto, che in località Le Fosse vengano effettuati i dovuti sopralluoghi e, se necessario, anche carotaggi e scavi. Non vogliamo creare allarmismi, ma pretendiamo sia fatta piena luce sulla natura del materiale riversato nelle cavità delle nostre montagne”.
Angelo Bucci
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