VENAFRO. Sono nuovamente su tutte le furie, ossia “arrabbiati di brutto”, i proprietari di abitazione o di un pur modesto appezzamento di terreno nella parte sud dell’abitato venafrano. La loro contrarietà deriva dalla nuova ricezione dei bollettini di c/c per il versamento dei contributi consortili all’ente di bonifica della piana per presunti servizi e per altrettanto ipotetiche migliorie fondiarie. “Ma di grazia -si chiedono costoro, autodefinitisi “consorziati nostro malgrado” (che chiedono da tempo la cancellazione dagli elenchi consortili)- di quali migliorie o servizi si sta parlando? In base a quali prestazioni siamo tenuti ai pagamenti richiestici, visto che la nostra proprietà ricade da decenni in aree urbanizzate e come tale non più nelle condizioni oggettive di fruire di servizi della bonifica? Perché farci pagare se è vero, com’è vero, che l’attività della bonifica è tutt’altro rispetto alla nostra casa o al nostro terreno?”. “Abitiamo al centro di Venafro, -affermano sconsolati molti altri- non abbiamo nulla a che vedere con le opere della bonifica, ma incredibilmente l’ente ci chiede ogni anno somme, seppure di pochi euro! Noi pensiamo che trattasi di un’ingiustizia bella e buona, da sanare al più presto”. Torna d’attualità quindi la faccenda, antipatica alla totalità delle persone coinvolte, dei tributi che il Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro chiede anche a coloro che non insistono in aree agricole, bensì ricadono in zone urbanizzate da decenni, cioè in pieno centro abitato. La “bussata a denaro” del Consorzio deriva, pare, da un vecchissimo regio decreto del primo novecento (!), che cent’anni orsono fissava in un certo modo il perimetro urbano della città, comportando i dovuti tributi consortili. Oggi, che di acqua sotto i ponti ne è passata ed anche tanta, e che la situazione urbana di Venafro è tutt’altro, è il caso finalmente di modificare la norma evitando alla gente inutili esborsi di denaro. “Non stiamo parlando di cifre esagerate -puntualizzano i “consorziati nostro malgrado”- ma è una questione di principio e di diritto, da sanare urgentemente”. Per la cronaca riferiamo che tali “consorziati nostro malgrado”, nelle more della loro cancellazione dagli elenchi dell’ente, avevano suggerito l’utilizzo dei loro soldi per la realizzazione di un servizio atteso da tutti, ossia un “percorso della salute” nel cuore della piana a disposizione di sportivi, podisti ed amanti della natura. Purtroppo costoro hanno continuato, e continuano, a versare contributi, ma del “percorso della salute” nemmeno l’ombra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA