GOVERNO. Una drastica riduzione del cuneo fiscale, da presentare in tempi brevissimi al Parlamento. E’ l’impegno più concreto preso da Matteo Renzi in Senato, nel suo intervento per ottenere la fiducia al nuovo governo. “Visionaria” la prima parte del suo discorso, più programmatica la seconda, ma in ogni caso sono mancati i numeri, i provvedimenti specifici. In campo economico Renzi qualche dettaglio lo fornisce, chiamando in causa la Cassa depositi e prestiti, ente controllato dal ministero dell’Economia, per ”lo sblocco totale dei crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione” e per alleviare il credit crunch che schiaccia le pccole e medie imprese. Più vaghi i termini di una riforma della giustizia – amministrativa, civile e penale – che sarà presentata “entro giugno” dal ministro Orlando, stante la ventennale incapacità dei due poli di “convincersi” della bontà delle proprie ricette. Come a suo tempo Tony Blair, il neo premier annuncia un grande piano per la scuola e l’edilizia scolastica, “allentando il patto di stabilità per i Comuni”. E alla fine avverte con grande enfasi che sulla realizzazione dei punti illustrati “non ci sono più alibi per nessuno. Abbiamo una sola chance, se perdiamo è colpa mia”.
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