BERLUSCONI. Niente da fare per il tentativo dei difensori di Silvio Berlusconi – gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini – di bloccare il passaggio in giudicato della pena accessoria dell’interdizione per due anni dai pubblici uffici per l’ex premier, condannato nel processo Mediaset, chiamando in causa la Corte dei diritti umani di Strasburgo. La Terza sezione penale della Cassazione – presieduta da Claudia Squassoni – non ha infatti tenuto in alcun conto questa richiesta e ha bocciato tutto il ricorso allestito dalla difesa di Berlusconi contro la condanna emessa dalla Corte di Appello di Milano lo scorso 19 ottobre su rinvio della stessa Suprema Corte che, il primo agosto, aveva chiesto di rideterminare al ribasso l’originaria pena accessoria pari a cinque anni. La sanzione “collaterale” faceva da corollario ai quattro anni di reclusione inflitti al “Cav” per frode fiscale (tre condonati). Essendogli stata confermata l’interdizione per due anni dai pubblici uffici, il leader di Forza Italia è ineleggibile.
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