VENAFRO. Un tema che incute timore, ma che i relatori hanno affrontato con le dovute cautele e le necessarie competenze scientifiche. Nel contributo inviatoci dal collega Tonino Atella il resoconto del convegno svoltosi al centro sociale Don Orione:
Conoscere e rispettare i territori per proteggere le comunità esposte a rischio sismico. Se n’è parlato in mattinata con l’ausilio di studiosi ed esperti al Centro Don Orione di Venafro nel corso del forum su I terremoti del Matese, area montana del centro/sud d’Italia il cui livello di pericolosità sismica è tra i più elevati dell’intera Penisola. Per dire ed approfondire il delicatissimo tema, proposto dal Consultorio Familiare Diocesano d’Isernia/Venafro, la cui direttrice dott.ssa Angela Scungio ha moderato i lavori, sono intervenuti i proff. Elena Cubellis dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia presso l’Osservatorio Vesuviano di Napoli, Giuseppe Luongo, emerito dell’Università Federico II di Napoli, e Francesco Obizzo del citato Istituto Nazionale di Geofisica presso l’Osservatorio Vesuviano partenopeo, nonché il geologo Vito La Banca e l’architetto Nicandro Vallone. Delle finalità del forum ha detto invece Don Salvatore Rinaldi, Parroco di Venafro e bioeticista. “Se il terremoto non è prevedibile -è stato spiegato nel corso dell’appuntamento scientifico- la mappa di pericolosità sismica è lo strumento più efficace che la comunità scientifica mette a disposizione per le politiche di prevenzione e protezione delle comunità esposte, che si realizzano con appropriate scelte nell’uso del territorio e mediante tecniche antisismiche di costruzione e di adeguamento sismico degli edifici esistenti. Data la pericolosità dei Monti del Matese è fondamentale puntare sulla prevenzione, non tralasciando di favorire un alto grado di attenzione verso tale problematica sia da parte delle istituzioni che dell’opinione pubblica”.
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