VENAFRO. Volentieri pubblichiamo questa segnalazione pervenutaci dal collega Tonino Atella. Un articolo i cui contenuti forniscono la riprova che è sempre il consumatore a finire “fregato”:
C’è in giro un nuovo “salasso”, leggi spese extra seppure contenute, che manco a dirlo pesa sul groppone del “povero diavolo” del cittadino/contribuente. Ci riferiamo ai francobolli di Poste Italiane con cui affrancare lettere e cartoline. Ebbene capita spessissimo che siano introvabili, praticamente inesistenti sulla piazza (e non certo per colpa del determinato Ufficio Postale o di chi vi lavora), capita spesso che siano introvabili -si diceva- i francobolli da 5, 10, 20 centesimi ect., ossia i pezzi minori necessari per completare le affrancature per l’estero o per corrispondenze più voluminose e grandi che appunto richiedono non il francobollo/base di 70 centesimi, bensì di 80, 90, 100 centesimi ed oltre. Ebbene se tanto é necessario, non sperate di trovare il francobollo col costo giusto con cui affrancare la corrispondenza, ma preparatavi a pagare molto di più ! In effetti sono prevalentemente in vendita solo francobolli di 70 centesimi, per cui dovendo spedire all’Inghilterra, o in altro Continente o con bolli maggiorati, ci si vede costretti -ad esempio- ad affrancare una lettera con ben 140 centesimi (ossia due pezzi da 70 !), praticamente raddoppiando il costo del servizio postale. Certo, non stiamo parlando di cifre impossibili, ma resta comunque “il salasso” del tutto gratuito e fuori luogo che l’utente deve giocoforza subire, il che in punto di diritto è una ingiustizia bella e buona, per non dire altro ! I tabacchini che vendono francobolli sull’argomento asseriscono : “Non possiamo farci nulla, perché Poste Italiane ci fornisce determinati valori di francobolli e non tutti. Spiace per il cittadino che è costretto a spese maggiorate di affrancature. Invitiamo perciò l’utente a recarsi direttamente all’ufficio postale per affrancare lettere e cartoline. E’ l’unico modo per evitare di dover pagare di più, senza motivo”. Poste Italiane dal canto suo non parla ma fa capire che distribuisce quanto arriva … ! E’ giusto tutto questo ? Pensiamo proprio di no !
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