VENAFRO. “Siamo proprio sicuri di essere una società civile e democratica, se siamo capaci di accogliere ed ospitare in albergo gli extracomunitari e poi ci dimentichiamo degli italiani più sfortunati, come nel caso dei baraccati di Venafro? Questo è il quesito che pone il collega Tonino Atella, nel contributo che ha inteso inviarci:
Dalla metà dello scorso mese di gennaio, ossia da tre mesi, vivono in una malmessa baracca di lamiere installata all’interno dell’oliveto di via S. Aniello (zona Campaglione) di proprietà dell’uomo (56 anni) senza wc, senza energia elettrica e senz’acqua potabile, tirando a campare con i 270 euro mensili d’invalidità civile della donna (52 anni) e con l’aiuto sporadico di qualche volontario della città. Dalle istituzioni, dopo le promesse e le rassicurazioni dei primi giorni, quando cioè il caso venne alla ribalta della cronaca, non sono giunti aiuti concreti e nessuno si è più fatto vedere dalla parti di Via S. Aniello, alle spalle della Cattedrale di Venafro dove Paola e Pasquale da 90 giorni sono costretti a vivere date le precedenti loro vicissitudini, che avevano fatto svanire nel nulla il patrimonio immobiliare dell’uomo, seppure consistente. Oggi però la coppia, soprannominata “i baraccati di Venafro”, vive in condizioni decisamente al limite della sopportazione, della civiltà e della sopravvivenza. Bastano le parole dell’uomo per capire il dramma che lui e sua moglie Paola stanno vivendo : “Stiamo qui da soli, senza che nessuno alzi un dito in nostro favore. Non chiediamo l’impossibile, ma almeno un wc chimico e la pulizia di questo oliveto. Siamo in una zona pedemontana e con la primavera cominciano ad intravedersi anche serpenti e vipere che ci preoccupano tantissimo”. Per il resto qualcuno vi aiuta ? “Dai volontari della città arriva ogni tanto qualcosa, aggiunge Pasquale. Li ringrazio tantissimo per quello che fanno. Purtroppo anche la Caritas cittadina ha chiuso per mancanza di viveri e materie prime, per cui non nascondo le difficoltà. Tiriamo avanti con l’assegno mensile d’invalidità civile di mia moglie, che ammonta a 270 euro. Paola è sempre in attesa del riconoscimento quale cieca civile, che dovrebbe tradursi in altra modesta entrata mensile”. Questo è quanto dai “baraccati di Venafro” ! Una situazione esistenziale difficile e delicata, che però stranamente non procura alcunché di pratico, di positivo e di fattivo da parte delle istituzioni pubbliche ! Siamo proprio sicuri, ci chiediamo, di essere una vera, esaustiva e completa società civile e democratica, capace di accogliere migliaia di extracomunitari al giorno (a decine sono ospitati in albergo a pochi chilometri da Venafro …), dimenticando poi i propri cittadini più sfortunati, compresi “ i baraccati di Venafro” ?
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