CAMPOBASSO – Contro la criminalità organizzata. Armando D’Alterio racconta di Giancarlo Siani

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CAMPOBASSO. Era un giovane magistrato, Armando D’Alterio, quando ebbe modo di conoscere Giancarlo Siani .

Il corrispondente del Mattino ne sapeva più di lui, procuratore ancora alle prime armi, sui fatti di delinquenza locale e soprattutto sui clan criminali di Torre Annunziata, di cui Siani scriveva nei suoi articoli. Ma quando poi, a distanza di tempo dall’assassinio, toccò a lui riaprire le indagini, D’alterio lo fece abbinando il positivo, affettuoso ricordo di quel cronista alla professionalità dell’inquirente. E forse fu proprio grazie a questa doppia motivazione che egli riuscì poi a smascherare mandanti ed esecutori dell’assassinio, fornendo le prove necessarie per farli condannare.

Ma quali errori commise Siani (se li commise) e cosa deve fare il cronista per evitare guai seri sul fronte della criminalità organizzata ?

Sono state queste le domande alle quali, insieme ad Armando D’Alterio, si è cercato di rispondere oggi a Campobasso nell’aula Colozza di Viale Manzoni, alla presenza del Rettore Palmieri.

La scelta della data di svolgimento del seminario formativo giornalistico, concordata tra il relatore e l’Ordine, non è stata casuale: il giorno successivo alla Festa della Repubblica, una giornata dunque non esattamente come le altre, una giornata che si può ancora dedicare alla riflessione. Era quel che aveva suggerito il Magistrato e che il nostro Ordine ha condiviso.

Il ricordo di oggi è stato vivo tra i partecipanti, ai quali sono stati certificati 2 crediti formativi. In molti hanno infatti preso parte a tale evento di rilevante importanza, l’ennesimo svolto per la sensibilizzazione contro quel tipo di male che va contro l’uomo, la società, la terra, la cultura, l’intelligenza, la pace, la tolleranza… Quel male che, senza persone coraggiose ed oneste, potrebbe prendere il sopravvento ed avere effetti disastrosi e disarmanti. Quel male che si chiama “criminalità organizzata”e che deve essere combattuto in memoria di chi gli si è messo contro perdendo la vita e in rispetto di chi verrà dopo, che certamente non merita di essere frutto dei nostri errori.

 

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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