POZZILLI. Esiste un nesso di casualità fra stress ossidativo e la sindrome di Rett: questo il risultato di un studio condotto da un’equipe di 23 ricercatori internazionali e pubblicato sulla nota rivista scientifica “Neurobiology of Disease”.
Ma quando parliamo di stress ossidativo e di sindrome di Rett, cosa intendiamo? Si tratta in entrambi i casi di malattie patologiche. In condizioni di stress ossidativo, l’organismo non è in grado di decomporre ed eliminare la quantità di radicali liberi in eccesso e ciò favorisce l’insorgenza di numerose patologie, tra le quali un’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo. L’epidermide si assottiglia, si disidrata e perde tonicità ed elasticità. La sindrome di Rett, che prende il nome dal suo “scopritore” Andrea Rett, e colpisce lo sviluppo neurologico quasi esclusivamente delle bambine, durante i primi anni di vita e dopo un periodo di apparente normalità. Molti genitori si sono soffermati spesso sul carattere “cinico e violento” della malattia proprio per quel suo improvviso e tragico manifestarsi.
A contribuire allo studio di questo nesso di casualità tra le due malattie, sono stati anche alcuni ricercatori del Neuromed, da anni impegnati nello studio dei meccanismi di questa malattia rara e progressiva.
© RIPRODUZIONE RISERVATA