BENI CULTURALI. “A L’Aquila non esiste un sistema del malaffare”. È chiara Antonietta Picardi, sostituto procuratore del capoluogo abruzzese insieme a David Mancini, titolari dell’inchiesta sugli appalti per il recupero dei beni culturali ed ecclesiastici nel centro storico dell’Aquila, che, stamattina, ha portato all’arresto di cinque persone, mentre altre dodici risultano indagate.
La conferenza stampa, tenutasi presso il tribunale provvisorio di Bazzano, a L’Aquila, svela alcuni particolari dell’Operazione “Betrayal” che ha portato alla luce condotte illecite a opera di imprenditori, liberi professionisti e pubblici funzionari nella ricostruzione di due chiese distrutte dal terremoto, quella delle Anime Sante in Piazza Duomo e la chiesa di Santa Maria Paganica. Per quest’ultima esiste anche un filmato che mostra il pagamento di una tangente dell’uno per cento sui 19 milioni stanziati per i lavori.
Cinque le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Giuseppe Romano Gargarella: finiscono in carcere Alessandra Mancinelli, funzionaria della Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici per l’Abruzzo, ora sospesa, e l’imprenditore Nunzio Massimo Vinci. Ai domiciliari, invece, Luciano Marchetti, ex vicecommissario dei beni culturali alla ricostruzione, e gli imprenditori Patrizio Cricchi e Graziano Rosone. I reati contestati sono corruzione, falso, turbativa d’asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nell’ambito della ricostruzione del patrimonio antico religioso.
Una prima fase dell’indagine era già stata svolta nel 2013, con l’iscrizione nel registro degli indagati di alcuni imprenditori, professionisti e funzionari pubblici. Tra essi, spiccavano proprio i nomi di Mancinelli e Marchetti. Il curriculum di quest’ultimo è piuttosto vasto: ricopre un incarico nella gestione del post – terremoto in Marche e Umbria, è stato direttore dei beni culturali per Lazio e Abruzzo, già vicecommissario alla ricostruzione post – terremoto per i beni culturali in Abruzzo che, tradotto, significa ex numero due dell’allora commissario Guido Bertolaso. Attualmente è un libero professionista che si occupa di progetti per le opere pubbliche. Subentra a Bertolaso come commissario dopo il suo ritiro, nominato dall’allora presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Nell’ambito dell’Operazione “Betrayal”, il suo sarebbe un ruolo chiave, poiché sospettato di aver firmato per se stesso incarichi da progettista mentre ricopriva ancora il ruolo di vicecommissario.
Alessandra Mancinelli, invece, è considerata la sua più stretta collaboratrice e l’ufficio nel quale lavora si è occupato di un progetto che ha portato alla ristrutturazione di ben 116 chiese in provincia dell’Aquila. In conferenza stampa, il sostituto procuratore Antonietta Picardi svela alcuni particolari delle indagini: “Sono emersi metodi non corretti e pressioni continue e costanti per far modificare la normativa per la ricostruzione gli edifici religiosi dell’Aquila. Ad esempio ci sono chiese con canoniche che vengono considerate case private. Il tentativo emerso è quello di fare in modo che la chiesa venga considerata, ai fini della ricostruzione, una pertinenza. Ma ciò non è permesso dalla legge e il Comune ha sempre detto che non avrebbe mai dato il suo appoggio a una modifica”. E se non esiste un sistema del malaffare tutto aquilano, “c’è una squadra a l’Aquila”, conclude il questore Vittorio Rizzi: “Si tratta della squadra dello Stato che funziona e smaschera illeciti”.
Fonte : Internazionale.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA