ECONOMIA. Le imprese non vengono pagate a 30-60 giorni come previsto dalle regole Ue ma con ritardi sino a 210 giorni. Per questo la Commissione Ue ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia, in quanto ritiene che non applichi correttamente la direttiva europea sul ritardo dei pagamenti da parte della Pa. L’infrazione è arrivata su iniziativa del commissario Ue all’industria Antonio Tajani, come ultimo atto del suo mandato. Ma è subito scontro.
I tempi medi di pagamento delle amministrazioni pubbliche alle imprese, nel 2013 sono stati pari a circa 180 giorni. Lo stima la Banca d’Italia. Secondo la Cgia di Mestre, la media nei primi tre mesi del 2014 è di 165 giorni: i tempi più lunghi d’Europa. Duro è stato l’attacco del sottosegretario Sandro Gozi al commissario europeo uscente Tajani: da parte sua “una grave strumentalizzazione dell’Europa e un atto di irresponsabilità contro l’Italia – ha attaccato senza mezzi termini Gozi-. Punta il dito proprio su un problema che il governo ha assunto come priorità”. Levata di scudi anche dal ministro dell’economia Pier Carlo Padoan: “Lo trovo francamente incomprensibile da parte del commissario uscente” ha detto sottolineando l’impegno del governo per accelerare i rimborsi da parte della Pa.
E il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha commentato: “E’ singolare e sorprendente che un commissario italiano avvii la procedura d’infrazione sul pagamento dei debiti alla Pa dopo aver letto il decreto del governo”. Delrio ipotizza che Tajani lo abbia fatto “per motivi politici, per dare l’immagine di un Paese che non ha messo a posto le cose”. Poi ha rassicurato: “I debiti della Pa vengono pagati mano mano che vengono certificati”, come prevede il decreto approvato dal governo Renzi. “Siamo pronti a pagarli da subito: non abbiamo problemi di pagamento”.
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