ARTE E CULTURA. Si riaccendono i riflettori sullo splendido Teatro Grande di Pompei. L’antica struttura, il cui materiale scenico era stato sequestrato dalla Procura di Torre Annunziata, a causa dall’inchiesta sugli sprechi condotti sui lavori di restauro di Pompei, dopo quattro anni dal sequestro, si prepara ad accogliere spettacoli e rassegne, con la messa in scena nei giorni, 28 e 29, giugno dell’ “Orestea” di Eschilo, composta dalle tragedie “Agamennone”, “Le Coefore” e “Le Eumenidi”, a cura della fondazione Inda di Siracusa. La struttura di epoca romana, sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell’antica Pompei, al suo interno venivano rappresentate commedie, mimi e pantomimi e atellane, un genere di commedia, originariamente in dialetto osco, in uso già dal IV secolo a.C. Edificato sulle pendici di una collina, di cui sfrutta il costone per la gradinata, il Teatro Greco si trova nei pressi del Tempio Dorico ed ha uno stampo prettamente ellenistico, così come era abitudine dell’antica Grecia, costruire i teatri nelle vicinanze di un’area sacra.
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