VENAFRO. Nella necessità di ottenere un certificato di esenzione dal pagamento del ticket sanitario, l’utente ha raggiunto l’ufficio preposto (foto in apertura) prima dell’orario di chiusura, esattamente alle 12 e 45. La stanza, però, risultava vuota e il computer spento. Chiaramente contrariato per l’impossibilità di ottenere il certificato in questione, ed anche per il fatto di aver inutilmente posticipato altri impegni pur di raggiungere gli uffici Asrem (presso l’edificio di fronte al “Santissimo Rosario”) prima dell’orario di chiusura, l’uomo chiede spiegazioni ad un impiegato incrociato nel corridoio. “La persona addetta al disbrigo delle pratiche da lei richieste (una donna, ndr) –questa la risposta-, per improvvisi ed urgenti impegni ha dovuto abbandonare l’ufficio prima del tempo. Sia gentile, torni domani”.
Il mattino seguente, l’utente si ripresenta davanti allo stesso ufficio, al secondo piano dello stabile. Mancano pochi minuti alle 9 e altre persone sono già in attesa. Si fanno le 9 e 5 minuti (foto in chiusura), ma nessuno prende posto alla scrivania. Alle 9 e 15, considerato che la stanza continua a restare desolatamente vuota, l’uomo si adira e minaccia di chiamare i Carabinieri. Solo a seguito delle sue sacrosante rimostranze, in ufficio arriva finalmente qualcuno in sostituzione dell’impiegata assente.
Un episodio increscioso quello in cui è incorso il malcapitato utente, che fornisce ulteriore testimonianza dello stato di “anarchia” che vige presso le strutture ospedaliere di Venafro, dove ai tagli e alle penalizzazioni subite a livello strutturale, si sommano talvolta le incomprensibili “leggerezze” del personale.
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