BOJANO – Incontro con Don Luigi Merola. Il prete “anticamorra” ha presentato il suo nuovo libro contro la mafia

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BOJANO. Don Luigi Merola, meglio conosciuto come il prete “anticamorra”, è stato ospite in Molise, presso il ristorante Piana dei Mulini di Colle D’Anchise, per un importante incontro di sensibilizzazione contro la mafia e per presentare il suo nuovo libro intitolato: “Storie di ragazzi tra legalità e camorra”.

Il sacerdote è stato autore di numerosi libri, tra i quali ricordiamo “A voce d’ e creature”, tutti incentrati sulla camorra e sulle condizioni sociali che essa sviluppa soprattutto tra i ragazzi. La camorra è una delle quattro mafie d’Italia, Don Luigi Merola l’ha sempre definita come “il cancro del nostro Sud” e contro di essa ha combattuto molte campagne e ha svolto molte manifestazioni di sensibilizzazione.

Il prete ha scelto di stare da parte dei più piccoli, dei più deboli, di quelli che vengono definiti “delinquenti” solo perchè non sono stati guidati nel momento del bisogno. La fondazione “A voce d’ e creature” si colora dell’aiuto di numerosi volontaria che affiancano Don Merola ad allontanare i ragazzi dalle strade, a riportargli nelle  scuole e in alcuni casi a trovargli un lavoro.

Dietro ogni bambino o ragazzo raccolto nella Napoli del devasto, c’è una storia di vita drammatica che ha spinto personalità deboli e  piccole a fare male.Infatti, il sacerdote sottolinea che “non si nasce delinquenti, ma lo si diventa”, se non si ha una guida, un punto di riferimento, un esempio da seguire.La Fondazione di Merola accoglie oggi 150 ragazzi coinvolti in attività ludiche o educative.

A Bojano, Don Luigi, onorato dalla presenza di numerose persone, soprattutto ragazzi, ha parlato della sua Fondazione “A Voce d’e creature Onlus” che ha sede nella storica “Villa di Bambù” confiscata alla criminalità organizzata e data in comodato d’uso gratuito dal Comune. “Lavoriamo con l’apporto dei volontari e le donazioni dei privati, ma per sopravvivere e continuare con il lavoro di bonifica del territorio dalla camorra e dalle mafie, è necessario mettere in campo qualcosa di più, azioni concrete.” – ha sottolineato il sacerdote – “Vogliamo far tornare i bambini a scuola, facciamo attività pomeridiane che vanno dallo sport, alla musica, ai corsi di informatizzazione cercando poi di avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro”.

La comunità bojanese ha accolto a braccia aperte il prete “anticamorra”, che si è sentito particolarmente a casa, sotto l’attenzione di quegli occhi giovani e talvolta lucidi durante i suoi racconti. La mafia, infatti, è un argomento toccante che per la sua potenza attrae certamente i più piccoli, specie in età adolescenziale. Il male e l’arretratezza del nostro Sud sono impersonificati nella figura della mafia, nonostante la nostra gioventù questo potere non  vuole soccombere. I giovani restano comunque la speranza: la risorsa migliore di questo riscatto.

 

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