UNIVERSO DONNA. Rispetto al questionario lanciato questo mese dalla redazione (Femminicidio, sei favorevole all’introduzione di pene più severe? )e incentrato sulla figura della donna, pare quasi doveroso menzionare l’infelice discorso fatto dal vice ministro turco Bülent Arınç: “Le donne non dovrebbero ridere in pubblico, nè tantomeno parlare al telefono di discorsi inutili: è immorale.”
Il ministro ha inoltre criticato il consumismo e ha invitato uomini e donne alla castità accusando la televisione e i media di trasformare gli adolescenti in “drogati del sesso”. In generale ha richiamato il popolo turco a seguire i valori del Corano.
Quanto detto in Turchia, oggi, pare sicuramente strano, quasi immorale, e forse in realtà lo è. La donna viene spogliata di ogni sua facoltà, ogni giorno, sempre di più. Si è partiti dal coprire interamente il bellissimo copro femminile, successivamente si è parlato di burqua, la donna copre così i suoi capelli, elemento determinante, simbolo quasi di dignità per essa, si è spogliata di qualsiasi realizzazione professionale per essere madre e moglie. Ora non può più ridere. Queste affermazioni, rappresentano un’offesa alla vita, oltre che alla donna, che è fulcro dell’esistenza di ognuno.
Coraggiosa e stimabile la risposta delle donne che da tutto il mondo stanno postando sui social network foto e video in cui ridono a crepapelle. “Battaglia del sorriso”, così è chiamata questa nuova campagna, l’ennesima in difesa delle donne. Solidarietà da parte di tutto il globo per le donne turche. La Turchia, storicamente, è sempre stata molto più progressista riguardo ai diritti delle donne rispetto ai Paesi vicini. Ma negli ultimi anni il timore di cittadini e attivisti è che stia facendo un passo indietro dopo l’altro. Basti pensare alla tragedia delle spose bambine, ai troppi delitti d’onore o a tutte le donne vittime di violenza domestica (il 39% secondo le Nazioni Unite, nel 2011). Ecco perché adesso le ragazze turche proprio non ci stanno a dover rinunciare al loro sorriso.
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