VENAFRO. Una vicenda significativa e toccante quella dell’ex detenuta di Venafro che, con i proventi del lavoro in carcere, ha fatto realizzare una nuova statua della Madonna di Lourdes. I dettagli nel contributo del collega Tonino Atella:
Un significativo gesto di fede e devozione da parte di una 32enne di Venafro, L D F, madre di tre figli minori di 12, 11 ed 8 anni, ex detenuta per truffa e oggi libera, ma gravemente malata. La donna coi risparmi del proprio lavoro in carcere, dove ha conseguito l’attestato professionale di parrucchiera, ha appena sciolto un voto che si portava dentro da tempo e che aveva confessato alla madre : utilizzare i suoi risparmi, ossia i proventi del proprio lavoro dietro le sbarre, per realizzare la statua della Madonna di Lourdes e donarla a Venafro. E tanto é appena avvenuto ! Un apposito laboratorio artigianale dell’alto casertano, dove si realizzano simulacri sacri in pietra ed altro materiale, ricevuto l’ordinativo della donna ha dato vita ad una suggestiva statua della Madonna di Lourdes, alta un metro e che sarà presto bendetta per essere portata in processione il prossimo 14 settembre in occasione della ricorrenza religioso/ricreativa di cui si sta occupando apposito comitato. Il tutto avverrà nel quartiere “Ciaraffella”, dove da anni si svolge la festa in onore della Madonna di Lourdes per iniziativa di donne ed uomini del rione, tra cui i genitori dell’ex detenuta. A parlare del voto della figlia é la stessa madre, la sig.ra M R P, campana di origine e da anni residente a Venafro : “Mia figlia, che ha sbagliato e pagato il debito con la giustizia, e che purtroppo é oggi gravemente malata, – afferma la donna – da tempo aveva in mente un voto ben preciso : far realizzare la statua della Madonna di Lourdes coi propri risparmi e donarla a Venafro, come segno della fede ritrovata e della propria devozione. Finalmente ci é riuscita ed il 14 settembre prossimo la bellissima e nuova statua della Madonna verrà portata per la prima volta in processione per le strade del quartiere Ciaraffella. Un abbraccio carissimo a mia figlia ed un grazie a tutti coloro che le sono stati vicini”. Storia bella, toccante e significativa, tanto da non richiedere commenti di sorta.
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