VENAFRO. La storia di Pasquale, “baraccato” assieme alla moglie, dall’inizio del 2014. Uno sfogo durissimo quello dell’uomo del Campaglione di Venafro. La testimonianza ci è pervenuta dal collega Tonino Atella.
“Siamo stati praticamente abbandonati da tutti, istituzioni pubbliche in primis. Ha ragione la figlia del marò La Torre quando afferma che da parte dello Stato Italiano si pensa solo agli extracomunitari, dimenticando e trascurando i cittadini italiani in difficoltà. In effetti mia moglie ed il sottoscritto siamo stati letteralmente dimenticati ed abbandonati al nostro destino. Non è affatto uno Stato democratico e giusto il nostro ! Spiace dirlo, specie da chi come crede continua a credere nelle istituzioni”. Così il durissimo ed amaro sfogo dell’uomo che dall’inizio dell’anno vive con la moglie invalida civile tra quattro lamiere messe su in un oliveto del Campaglione a Venafro, sperando nell’intervento istituzionale che però al momento ancora non c’è stato. In effetti é giunto al nono mese il calvario esistenziale di Paola, 52 anni, e del marito Pasquale, 56, da gennaio scorso rifugiatisi in una baracca metallica senza wc, luce ed acqua potabile tra gli oliveti del Campaglione non avendo dove altro andare stante le loro difficoltà economiche, dopo aver visto svanire tutto quanto possedevano per scelte ed indirizzi sbagliati di vita. Oggi infatti la loro esistenza parla di difficoltà sostanziali che hanno costretto la coppia, ribattezzata “i baraccati”, a vivere in una baracca metallica privi di tantissimo e in attesa di una diversa situazione logistica da parte delle istituzioni pubbliche che però tarda ad arrivare. Diceva infatti giorni addietro l’uomo : “D’accordo, abbiamo fatto domanda per la casa popolare ma, in caso di assegnazione, come faremo a pagare fitto, bollette e quant’altro, visto che le uniche nostre entrate sono i 270 euro mensili di mia moglie Paola quale invalida civile ?”. Ed allora, tu e Paola cosa aspettate ? “L’unica soluzione -ribatte Pasquale – è una sistemazione logistica diversa, offertaci dalle istituzioni. Abbiamo però bisogno di qualcosa adatto alle condizioni di mia moglie, invalida e non vedente. Qualcosa di facile accesso e senza barriere architettoniche. Non chiediamo l’impossibile ma solo di vivere tra quattro mura, non importa se modeste, purché di facile accesso”. Intravede qualcosa all’orizzonte che metta fine al vostro calvario ? “Al momento purtroppo no ! Dal Comune di Venafro non arrivano segnali di sorta, settimane addietro abbiamo ricevuto la visita del medico dell’Asl che ha accertato le condizioni difficili in cui viviamo ma non si sono avuti sviluppi di sorta, mentre siamo sempre in attesa di comunicazioni dalla Prefettura d’Isernia a cui abbiamo scritto una raccomandata per comunicare la nostra situazione. Anche in quest’ultimo caso siamo in attesa di risposte o di iniziative che ci consentano un’esistenza diversa”. Intanto ? “Nel frattempo –conclude Pasquale con un’alzata di spalle- tiriamo avanti alla meglio nella baracca tra gli oliveti del Campaglione con i 270 euro mensili d’invalidità civile di mia moglie, mentre io cerco di lavorare la terra tutt’intorno agli olivi. Ovviamente sperando e attendendo qualcosa di diverso e migliore, ritenendo di averne pieno diritto !”.
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