VENAFRO – I “baraccati” Paola e Pasquale rompono gli indugi e convocano una conferenza stampa per il mattino (ore 10) di giovedì 25 settembre. Il fine è di rendere edotta la stampa e l’opinione pubblica regionale circa le loro disperate condizioni di vita. Ce ne riferisce il collega Tonino Atella:
“ I baraccati “ di Venafro rompono gli indugi e si decidono ad azioni forti, eclatanti. Paola e Pasquale, i coniugi di 52 e 56 anni che da gennaio scorso non avendo dove altro andare vivono in una baracca tra gli oliveti del Campaglione, a pochi metri in linea d’aria dalla Cattedrale, senza wc, senza luce e senz’acqua potabile, hanno indetto una conferenza stampa per la mattinata (h 10,00) di giovedì 25 settembre invitando giornalisti, tv e media regionali dinanzi alla loro baracca per mostrare dal vivo come e dove vivono, raccontando la loro odissea che va avanti da nove mesi senza alcun tipo d’intervento o risposta da parte delle istituzioni pubbliche. “Ci siamo decisi a tanto -spiega Pasquale- perché l’opinione pubblica venga informata di quanto ci accade, senza che le istituzioni preposte si decidono ad intervenire nonostante le informative da parte nostra e i ripetuti solleciti. Se è vero come è vero che il nostro è uno Stato civile e democratico, non possono due persone in difficoltà come lo siamo noi essere abbandonate al loro destino, tra quattro lamiere, senza servizi igienici, senza acqua corrente e senza luce. Fossimo stati animali o extracomunitari, avremmo avuto trattamento ed attenzioni diverse ! Ed invece dallo scorso gennaio, nessuno ha alzato un dito per noi. Ricordo solo che mia moglie, già invalida civile, è prossima ad essere riconosciuta cieca civile, per cui si potranno facilmente immaginare i problemi particolari che si sommano alle difficoltà quotidiane. Abbiamo atteso con tanto senso civico che qualcuno si decidesse ad intervenire nei nostri confronti e, vista l’inutilità delle nostre aspettative, ci siamo determinati a promuovere l’incontro con giornalisti e media regionali invitandoli dinanzi alla nostra baracca. Nella circostanza vorremmo che fossero presenti anche le istituzioni pubbliche del territorio in modo da pervenire finalmente alla conclusione della nostra odissea, che col passare dei giorni somiglia sempre più ad una tragedia”. L’amara conclusione dell’uomo : “Invito chi in questo momento legge -dice Pasquale- ad una sola riflessione : sareste capaci di vivere una sola giornata senza i servizi igienici in casa, oltre che senza luce e senz’acqua corrente ? Noi, badate bene, lo stiamo facendo da ben nove mesi, sopportandolo con spirito di composto sacrificio !”. Commentare o aggiungere qualcosa appare decisamente inutile …
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