Gent.imo Direttore ,
ho letto, con sgomento, l’articolo, postato sul suo quotidiano on line Molise Network, in data odierna (ieri, ndr), riguardante i “finti muri a secco di Filignano”, riportato dal suo collega Tonino Atella e già pubblicato in altre circostanze. Lo sgomento e la meraviglia nascono dal fatto che sia lei che l’amico Atella conoscono e frequentano spesso questo incantevole paese alle falde delle Mainarde e porta di ingresso meridionale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Pertanto ben sanno che i muri a secco, presenti in svariati chilometri lungo tutte le 13 frazioni del nostro paese, sono una caratteristica peculiare di Filignano, a testimonianza dell’immane lavoro fatto dai nostri antenati per dissodare i terreni coltivabili e creare sentieri percorribili e sicuri per il transito delle greggi.
Come ben sanno che , sia l’amministrazione comunale che il PNALM , hanno investito, nel passato , risorse per la manutenzione e la riscoperta di tali emergenze architettoniche rurali al pari dei tholos o ricoveri per pastori disseminati per le campagne di Filignano. Ed oggi , per l’opera meritoria di una associazione locale Iapca Iapca mtb, sono stati riscoperti e manutenuti altri numerosi sentieri , teatro della splendida Gran Fondo di MTB tenutasi nelle settimane scorse. Ed ancora oggi, domenica ultimo esempio, essi sono meta di amatori che percorrono a piedi o in bici i sentieri contenuti all’interno di due ali di “ macere “ costruite con le sole pietre a secco.
Pertanto l’aver messo un cartello sulla Filignano-Montaquila che richiama questa singolare caratteristica di Filignano “paese dei muri a secco” su un muretto di contenimento di tale strada, a scorrimento veloce, la cui manutenzione, compreso il famigerato muro a secco ( rinforzato con cemento per esigenze di sicurezza stradale ) fu fatta con la massima sensibilità alla cura e alla salvaguardia del paesaggio ( vedasi i muri in pietra e non di cemento grezzo, i guard rail in legno, la piantumazione a bordo strada ) non ci pare un peccato mortale.
Certo sarebbe stato opportuno mettere il cartello su muri a secco DOC che, però, sulla strada provinciale e sulle strade di ingresso al paese sono difficilmente reperibili ed idonei allo scopo.
Questa critica, inoltre, fa il paio con quella sulla poca cura che l’Amministrazione avrebbe per le numerose edicole votive disseminate sul nostro territorio, oggetto di sfregio e di razzia per mano di balordi o ladri.. Ahimè , anche in questo caso, il cronista omette di dire che spesso sono state edificate da privati cittadini, che ne curano la manutenzione, e che, per la loro custodia non basta un lucchetto ai rispettivi precari cancelli ma occorrerebbero altre risorse, ben più consistenti che, oggi, con la spending review, sono assolutamente irreperibili.
Ma l’Amministrazione si sta atrrezzando per reperire risorse nel capitolo Sicurezza con l’impianto di strumenti di telesorveglianza atti a prevenire o dissuadere eventuali malintenzionati. Nella certezza che , per diritto di replica, venga pubblicata questa precisazione , si invitano il cronista ed il Direttore ad una passeggiata nei sentieri di Filignano “ paese dei muri in pietra a secco e delle edicole votive”.
Cordialità.
Lorenzo Coia, sindaco di Filignano
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