VENAFRO – Cosa sta succedendo alla Pia Unione SS.ma Annunziata di Venafro, Fondazione all’attenzione dell’opinione pubblica locale dopo le sue ultime concitate vicende ? E’ bene riproporle in breve per chiarire la faccenda. Mesi addietro il ristretto consiglio di amministrazione della Fondazione, importantissima in chiave sociale alla luce del suo consistente patrimonio monetario, terriero, immobiliare e di luoghi di culto (è proprietaria anche di San Sebastiano e SS.ma Annunziata) frutto di lasciti privati nel corso dei secoli trascorsi, vara il nuovo statuto con apposito rogito notarile. Dal nuovo documento emergono novità sostanziali per il futuro della Fondazione, come la cancellazione di Caritas Diocesana ed Associazioni di Volontariato dal futuro consiglio di amministrazione, la possibilità per gli amministratori in carica di designare nuovi membri a propria scelta ed il protrarsi pluriennale del mandato amministrativo in carica. L’atto viene a quel punto impugnato dal Presidente della Giunta Regionale Paolo Di Laura Frattura, che ne congela per 90 giorni l’esecutività al fine di vederci e capire meglio, mentre il Comune di Venafro avanza a sua volta riserve scritte su quanto prospettato nel nuovo statuto, parlando di sostanziale privatizzazione della Pia Unione. Di contro gli amministratori in carica protagonisti delle innovazioni (Di Lauro, presidente, Renella e Buono, consiglieri) difendono il loro operato. In tutto questo rincorrersi di tesi e posizioni, l’opinione pubblica locale resta interdetta. Soprattutto non condivide l’estromissione di Caritas Diocesana ed Associazioni di Volontariato dal futuro consiglio di amministrazione di una Fondazione istituzionalmente portata ad operare nel sociale e perciò bisognosa dell’apporto degli organismi maggiormente preposti quali Caritas Diocesana ed Associazioni di Volontariato, e non già della loro estromissione. Così come non convincono le altre innovazioni statutarie, in primis il protrarsi pluriennale dei mandati amministrativi e la possibilità di nuove nomine da parte degli amministratori in carica. L’opinione pubblica cittadina quindi resta disorientata da siffatte novità in seno alla Pia Unione, di cui chiede massima chiarezza e trasparenza alla luce della sua notevole importanza sociale e civile, derivante dal consistente patrimonio monetario, terriero ed immobiliare messo assieme nel corso dei secoli grazie a lasciti privati. E’ esattamente tale prioritario aspetto, ossia il patrimonio attuale della Fondazione che scaturisce da tutto quanto i venafrani le hanno donato in passato, che impone di fare chiarezza in seno all’organismo, cancellando dubbi, ombre e perplessità. La gente comune cioè reclama massima trasparenza e di vederci chiaro, diritti più che plausibili.
Tonino Atella
© RIPRODUZIONE RISERVATA