VENAFRO/POZZILLI – Tonino Atella traccia il confronto tra l’ospedale “Ss. Rosario” e l’Istituto Neuromed

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VENAFRO/POZZILLI – Ci sono, sono chiare, evidentissime e si notano eccome ! Parliamo delle differenze, tanto all’interno che all’esterno, tra SS Rosario di Venafro e Neuromed di Pozzilli, ossia tra sanità pubblica (il primo) e privata (il secondo). Diciamo subito, per chiarire d’acchito il discorso, che l’ago della bilancia pende decisamente in direzione Neuromed. “Si sta scoprendo l’acqua calda”, dirà chi legge e conveniamo senz’altro, trattandosi per quanto riguarda Neuromed di uno degli 11 Istituti italiani di ricerca e cura (nel centro sud è l’unico) nel campo delle neuroscienze, con altissime punte di specializzazioni tra cui cura e chirurgia dell’epilessia, nonché con una continua ricerca scientifica nei settori di competenza. Sanità di altissimo livello quindi al Neuromed, con specialisti di piena affidabilità, struttura efficientissima, personale altrettanto, laboratori ed ambulatori di prestigio, macchine all’avanguardia e via di questo passo.

Istituto di via Atinense che ogni mattina vede parcheggiate nei suoi tre ampi parcheggi qualcosa come 500/1000 auto provenienti praticamente dall’intero centro/meridione d’Italia, ossia dal Lazio alle Puglie, dall’Abruzzo alla Campania, dal Molise alla Calabria, dalla Basilicata alla Sicilia. Tanti quotidianamente a bussare a Neuromed per le sue specializzazioni neuroscientifiche d’avanguardia nazionale e Pozzilli, quello che decenni orsono era un piccolo Comune dell’interno che guardava ammirato e un tantino invidioso il “gigante” Venafro a pochi chilometri, “gigante” sotto l’aspetto demografico, commerciale, finanziario, politico, medico/sanitario ect., Pozzilli -si diceva- che di fatto ha cambiato pelle, aspetto ed economia sotto l’incedere del suo nuovo ed effettivo “gigante”, Neuromed appunto.

Ne sono testimonianza gli alberghi, i ristoranti, le pizzerie, i bed and breakfast, i negozi di merci varie, i generi alimentari, i bar, i supermarket, l’istituto bancario, le pensioni, gli alloggi, le camere mobiliate che si fittano ed altro ancora che ha rivoluzionato dalle fondamenta la vita e le attività della cittadina, non più piccola e contenuta in (quasi) tutto, bensì realtà in progressiva crescita ed ulteriore sviluppo futuro. Tutto ciò grazie a Neuromed, Istituto attorno al quale ruota oggi Pozzilli.

Il risvolto della medaglia, purtroppo, è il SS Rosario di Venafro, un tempo ricercatissimo ed assai efficiente ospedale civile di zona capace di attirare meritatamente utenza molisana ed interregionale soprattutto, tanto da essere all’epoca l’unico (!) ospedale molisano coi conti in attivo. Oggi invece il complesso di via Colonia Giulia è miseramente imploso, non già per colpe o deficienze professionali di chi vi lavora, bensì perché nel corso degli anni è stato via via spogliato di tutto e di più (c’erano una volta chirurgia, pediatria, ostetricia, ginecologia, pronto soccorso, oggi restano solo medicina, ortopedia/traumatologia, fisiatria/riabilitazione, punto di primo soccorso, laboratori ed ambulatori), col risultato di ridurlo ai minimi termini in fatto di offerta medico/sanitaria.

La prova ? La buona affluenza mattutina grazie a laboratori ed ambulatori, il semideserto pomeridiano e serale, quando nelle corsie del SS Rosario non circola anima viva, i diversi piani della struttura per lo più vuoti e la cosa mette addirittura paura ai pochi ricoverati ed a quanti vanno a far loro visita. Di contro, e mentre il piazzale esterno è al buio,  l’ingresso del nosocomio, a sua volta deserto e senza personale, illuminato a festa come la hall di un grand’albergo ! Anche all’esterno è palpabile la deficitaria situazione del nosocomio venafrano. Negozi scomparsi, attività chiuse, luci spente e i pochi esercizi che resistono lo fanno tra mille difficoltà perché i clienti di una volta non ci sono più. Questo l’impietoso ma veritiero confronto tra sanità pubblica e privata del Venafrano.

E’ bene ribadirlo : Neuromed e SS Rosario operano su livelli sanitari profondamente diversi -del resto uno è Istituto di ricerca e cura nel campo delle neuroscienze, l’altro è ospedale di zona privo di tanti servizi- ma le differenze in fatto di attribuzioni sono tanto profonde da lasciare interdetti. La possibile conclusione della presente analisi ? Neuromed  da sostenere ed incentivare per la medicina di alta specializzazione nell’intero centro sud (del resto ne è in corso l’ampliamento che di fatto lo raddoppierà come struttura), SS Rosario da riprendere e rilanciare attesa la sua importante storia medico/sanitaria, il seguito di cui godeva nell’opinione pubblica del territorio (ricordiamo i lasciti di privati per garantirne efficienze e prestazioni) e la necessità di tornare ad avere a Venafro un vero ospedale civile di zona, completo e degno di tal nome. Ossia dotato di professionisti, reparti, attrezzature, servizi ed efficienza. E’ la richiesta degli oltre 20mila residenti del mandamento Venafrano, oggi scoperti in materia di assistenza, ricovero e cura della loro salute.

Tonino Atella

Ospedale dall'alto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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