VENAFRO – Mons. Camillo Cibotti, Vescovo d’Isernia/Venafro di origini e provenienza abruzzese, e da poco più di un anno alla guida della Diocesi, ha fatto breccia nei cuori e nei sentimenti dei venafrani. Questi ne hanno evidenziato, condividendoli, semplicità di carattere, schiettezza, linguaggio immediato dal pulpito, rapporti ben impostati con tutti e sostanziale disponibilità al dialogo. Un Pastore cioè che sta bene in mezzo al suo “gregge”, il quale gli si è subito aperto accogliendolo con profonda sincerità sin dall’inizio, avendone capito natura e predisposizione. E Mons. Cibotti, da intelligente e fattivo uomo di chiesa, “ha dato” a sua volta, bussando in punta di piedi alle porte della città, che senza indugi gliele ha spalancate. Subito i primi frutti di siffatta intesa : la bella visita pastorale al Carsic, l’istituto che nell’ex Seminario Vescovile della città ospita oltre cento invalidi civili, con gli abbracci ai ricoverati, i loro sorrisi, l’emozione comune, la significativa lettera al Presule da parte di un invalido dell’Istituto e il tanto tempo trascorso da Mons. Cibotti al Carsic a parlare, intrattenersi, giocare e sorridere coi suoi ospiti. Un feeling Cibotti/portatori di handicap spontaneo e bellissimo. Seconda significativa puntata di siffatto piacevolissimo e sorprendente rapporto tra Venafro e il suo nuovo Vescovo è stata la solenne concelebrazione domenicale del Pastore diocesano in una gremita Cattedrale venafrana, con fedeli comuni, famiglie, scout, anziani e molti bambini. Anche in questo caso Mons. Cibotti è tornato a distinguersi, intrattenendosi volentieri a parlare con portatori di handicap e soprattutto coi bambini presenti in Cattedrale con mamma, papà, nonni e zii. Particolare e significativo il discorso che il Vescovo ha allacciato con uno di tali piccoli. Appena l’ha visto, ha fermato il corteo ecclesiale, si è avvicinato al bambino e, “Come ti chiami ?”, gli ha chiesto. All’imbarazzo ed alla sorpresa del minore che comunque ha sorriso a Mons. Cibotti salutandolo col classico “Ciao !”, hanno rimediato mamma e nonni. “Si chiama Giuseppe, Eccellenza”, hanno informato il Pastore Diocesano, che sorridendo e prontissimo ha detto al bambino, “Bene ! Io mi chiamo Camillo, per cui quando ci rincontreremo faremo <Camillo e Don Peppone !>. A quel punto i sorrisi di quanti stavano nei pressi non si sono contati, tanti ne erano ! Ed allora, constatato il bel feeling creatosi tra i fedeli di Venafro ed il nuovo Pastore Diocesano, ecco l’interessante proposta dei venafrani a Mons. Cibotti attraverso Molisenetwork : “ Vescovo, abbiamo capito che lei ci ama, che è vicino ad handicappati e bambini, e di tanto La ringraziamo. Ci permetta a questo punto di proporle di fermarsi uno/due giorni la settimana a Venafro, ospite della canonica della Cattedrale o di qualsiasi altro luogo religioso cittadino di sua preferenza. Così facevano decenni addietro i suoi predecessori, creando rapporti profondi ed incancellabili con la città e i suoi fedeli. Pensiamo che sarà bellissimo ed assai utile sotto molteplici aspetti ospitare da noi il nostro Vescovo Diocesano. Se intenderà, La ringraziamo sin d’ora di cuore”. Restiamo in attesa a questo punto di ospitare il pensiero in merito di Mons. Cibotti per farlo conoscere ai fedeli di Venafro.
Tonino Atella
© RIPRODUZIONE RISERVATA