VENAFRO – I diversi bombardamenti alleati su Venafro nel corso della seconda guerra mondiale : quelli dell’ottobre 1943, mese che vide la città investita da ben sei bombardamenti sempre del cosiddetto “fuoco amico” con 17 vittime, e l’altro più noto del 15 marzo 1944 con 140 civili morti. Gli eventi procurarono complessivamente 157 vittime civili ed oggi a Venafro c’è chi chiede un’unica cerimonia commemorativa in ricordo di tali vittime, senza dimenticarne alcuna. L’istanza è del movimento “I Venafrani per Venafro” : “Sin’ora -fanno sapere dal movimento- sono state annualmente commemorate le 140 vittime del 15 marzo 1944, dimenticando i 17 civili caduti sotto “il fuoco amico” nell’ottobre del ’43. E’ tempo di rimediare, perché tutti abbiano il giusto riconoscimento. La richiesta anche a nome di parenti e familiari dei caduti dell’ottobre ’43, sin qui mai ufficialmente commemorati”. Il dettaglio della richiesta del movimento : “A tale colpevole dimenticanza è tempo di porre rimedio, nel rispetto di tutti i sacrifici umani patiti da Venafro nel corso dell’ultima grande guerra. Invitiamo perciò la sede municipale a promuovere per il prossimo 15 marzo una cerimonia unica commemorativa sia dei caduti del 5, 6, 9, 16 e 22 ottobre ’43, che in totale furono 17, che del 15 marzo ’44, quando restarono a terra sotto le bombe alleate altri 140 civili venafrani. Nella circostanza suggeriamo lo scoprimento di una lapide in ricordo dei civili morti nell’ottobre ’43, con la citazione dei loro nomi, apponendola sulla facciata esterna del Comune in piazza Cimorelli. Rappresenterebbe il doveroso omaggio della città ai suoi figli più sfortunati”. E veniamo a tali tragici bombardamenti di 71 e 72 anni orsono. Nell’ottobre ’43 le truppe tedesche si erano accampate a nord della Cattedrale di Venafro e gli alleati, che stavano risalendo lo Stivale cacciando indietro i nazisti, decisero di bombardare per stanare i nemici. Venne avvisata la popolazione civile e molti cercarono riparo altrove. Chi non poté farlo, si rifugiò in ripari di fortuna nell’abitato cittadino. Nella circostanza molti si addentrarono in una grotta in località Chiaione nelle vicinanze della Cattedrale, dove purtroppo vennero investiti dalle bombe alleate. In totale, come detto, furono 17 le vittime civili del periodo, morti sin qui mai ricordati e commemorati. L’altro e più noto bombardamento del “fuoco amico” : quello del 15 marzo ’44. Costò la vita a circa 140 civili, sorpresi nella tarda mattinata di quel tragico fine inverno di 71 anni orsono. Gente intenta nelle faccende della quotidianità del tempo, finite sotto le bombe alleate che dovevano essere scaricate su MonteCassino, dove si pensava si trovassero ancora le truppe naziste, e che invece vennero sganciate per errore su Venafro. Una tragedia immane riconosciuta dalla Repubblica Italiana con le alte onorificenze di “Città Martire” e Medaglia d’Oro assegnate a Venafro. Sacrifici immani, che Venafro ha il dovere di ricordare nella loro interezza, giusta l’istanza del predetto movimento popolare cittadino.
Tonino Atella
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