VENAFRO – Balzelli del Consorzio di Bonifica, la contrarietà dei cittadini costretti a pagare tasse per servizi inesistenti

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VENAFRO – Diversi i pareri e gli atteggiamenti dei contribuenti venafrani circa gli euro da versare annualmente al locale Consorzio di Bonifica per presunte migliorie, bonifica e servizi consortili, pur ricadendo le loro proprietà private in aree urbanizzate da tanti decenni e come tali non più nelle condizioni di fruire di alcunché di quanto erogato dal Consorzio di via Colonia Giulia, come irrigazione, miglioramenti fondiari, bonifica ect. Questione, questa, datatissima ed anche decisamente “antipatica” e indigesta a prescindere dalla modestia delle cifre richieste, ma non c’è da fare : migliaia di utenti venafrani loro malgrado ricevono puntualmente dal servizio tesoreria del Consorzio i bollettini di c/c da versare in un’unica soluzione o a rate, e chi non ottempera si vede recapitare successivamente dall’ente tanto di sollecito ed altro ancora, in quanto in punto di legge il Consorzio ha tutto il diritto di incassare. Costoro, i contribuenti, assumono nel merito atteggiamenti differenziati : c’è chi sorride amaramente mentre paga, chi fa spallucce ritenendolo inevitabile e chi esprime contrarietà per un sistema contributivo che proprio non va giù. Premesso che sul tema ci siamo più volte intrattenuti senza ricavare un ragno dal buco per l’assordante silenzio e il costante disimpegno di chi invece dovrebbe agire per cancellare l’illogico tributo, torniamo a riportare i pareri di quanti pur vivendo in zone residenziali, urbanizzate ed assai distanti dalle aree agricole servite dalla bonifica, “devono” loro malgrado pagare. Lo facciamo nella speranza che finalmente qualcuno si decida ad intervenire, sollevando tanti contribuenti da versamenti del tutto fuori luogo. “Sono proprietario di un appartamento nei pressi della chiesa dei SS Martino e Nicola -afferma un venafrano residente a Pescara- ma ogni anno devo versare tributi al Consorzio. Qualcuno me ne vuole spiegare l’utilità ?”. Altro professionista residente alla Starza : “Ho casa in un rione residenziale -afferma l’uomo- non fruisco di alcunché dei servizi di bonifica, ma mi continuano ad arrivare i bollettini di c/c. I tributi vanno giustamente pagati in base a servizi erogati o prestazioni ricevute. Nel mio caso niente di tutto questo, ma mi si continuano a chiedere soldi”. Passiamo in via Flacco : “Abito in zona urbanizzata da diversi decenni, -spiega una signora- il Consorzio di Bonifica non mi da niente, ma i miei soldi li incassa ugualmente. Non lo ritengo affatto giusto !”. Da via Maria Pia di Savoia il parere di un impiegato : “Perché dobbiamo pagare inutilmente tributi che di fatto non ci toccano ? Chiedo al Comune di Venafro di sollevarci da tale obbligo, attuando gli adempimenti del caso”. Tale ultimo contribuente ha messo il dito nella piaga del problema : ossia la necessità da parte dell’amministrazione municipale di deliberare l’ampliamento del nuovo perimetro urbano cittadino, estendendolo a sud sino al torrente Rava e proseguendo su tale linea di demarcazione, come di fatto stanno le cose. Solo allora verrà vanificato il regio decreto dei primi del ‘900 in base al quale, stante la situazione urbanistica della città di oltre un secolo addietro, si è tenuti a versare gli (inutili) tributi alla bonifica. Una volta ridisegnato il perimetro cittadino, il Consorzio di Bonifica potrebbe chiedere tributi solo a chi possiede a sud del Rava e suoi proseguimenti, e non più a quanti si ritrovano a nord di tale linea, cioè in piena urbanizzazione. Questa è la situazione e nulla più. Ed invece da una parte l’inadempienza del Comune di Venafro che si ostina a non aggiornare il proprio perimetro urbano, dall’altra la determinazione del Consorzio di Bonifica ad incassare i soldi di tanti cittadini a prescindere dalla fruizione o meno di servizi e dall’altra ancora la contrarietà di diverse centinaia di contribuenti per un obbligo contributivo nient’affatto condiviso e giustificabile. Una storia notoria, che in molti continuano a sottovalutare nonostante la sua consistente portata sociale. E’ giusto tutto questo ?

 

Tonino Atella

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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