VENAFRO – Primavera, periodo più bello dell’anno secondo tanti e con un clima quanto mai apprezzabile. La natura riparte con colori, verde e odori meravigliosi, arricchendo ambiente e territorio. Non sfugge alla regola, chiaramente, l’estremo Molise occidentale, impreziosito dalla pianura venafrana quanto mai accogliente ed ospitale. Le generazioni di un tempo erano solite definirla “La Conca dell’Oro” per la concomitante realtà di acque sorgive, terreni fertili e clima ideale, che la rendevano suggestiva e in grado di assicurare un tenore di vita oltremodo soddisfacente ad artigiani, contadini, operai, manovali, commercianti, pubblico dipendente ed altri. Dal che appunto la denominazione “La Conca dell’Oro” dove c’era tutto e di più, con unanime compiacimento. La situazione oggi ? Qualche colata di cemento di troppo, più di qualche fabbrica attualmente in disuso dopo i fasti degli anni ‘60/’80, fonderie ed altri stabilimenti industriali assolutamente fuori luogo, un abitato -quello venafrano- caoticamente sviluppatosi, ipotesi ripetute -e speriamo giammai concretizzate- di nuovi budelli stradali nel cuore del verde e dei campi della “Conca dell’Oro” e un traffico interregionale eccessivo, rumoroso, troppo veloce e potenzialmente pericoloso. Componenti che continuano ad affievolire la bella immagine della “Conca dell’Oro”che rischia di svanire dalla bocca e dai ricordi di tutti. Permane comunque un piacevole risvolto della medaglia, capace di rilanciare le prerogative naturali di questo lembo dell’estremo Molise occidentale offrendole al forestiero che transita ed al residente del posto. Trattasi dei profumi primaverili che Venafro propone ai suoi vari ingressi e che deliziano olfatto, gusti e menti della gente. Eccoli : entrando da sud, dalla Campania, si viene investiti dal magnifico profumo dei fiori dei tigli, che ornano ai lati la Statale 85 e Via Campania, porta meridionale dell’abitato cittadino. Giusto all’opposto, a nord, m. Santa Croce delizia con le sue ginestre, magnifico colpo d’occhio di color giallo nonché odori collinari quanto mai accattivanti. Ad est invece, per chi arriva dal Molise interno o dagli Abruzzi, c’è Viale San Nicandro ricoperto dalla magnifica cupola naturale di robinie (da tenere e potare diversamente …) che emanano profumi intensissimi : autentica delizia per l’olfatto. E a ovest, lungo la diramazione della St. 6 Casilina, ingresso in Molise per chi arriva dal Lazio ? No, lì non c’è niente ! Solo ulivi all’interno del territorio, ma lungo la statale nessun albero e zero profumi. Un gran peccato ! Al tirar delle somme, consuntivo ampiamente positivo per quella che piace continuare a definire “Conca dell’Oro”, ribadendone attrattive e suggestioni. Anche come auspicio di nuovi pregi futuri, nonostante le minacce dell’irrefrenabile epoca contemporanea, capace di cancellare tutto quanto la natura ha prodotto per millenni.
Tonino Atella
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