MOLISE – Tra le migliori start up innovative

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MOLISE – Anche in territori tradizionalmente legati soprattutto all’agricoltura e all’ambiente, il futuro dell’economia sembra deviare verso la tecnologia. Questo è quanto emerge dal dato reso noto da Unioncamere e Infocamere sul risultato raggiunto dalle start up innovative, ovvero quelle nuove aziende in cui l’elevato contenuto tecnologico è assoluto protagonista.

A riguardo il Molise conta 16 start up di ottimo livello, anche se sul numero c’è ancora molto da lavorare se si considera che al di là del primato vantato dalla Lombardia con 808 start up (circa il 21,8% del totale), c’è il secondo posto dell’Emilia Romagna che conta 451 aziende (ovvero il 12,2% del totale), poi il Lazio con 347 (circa il 9,4%), il Veneto con 274 (che corrisponde al 7,4%) ed il Piemonte con 266 (e cioè il 7,2%). L’ultima posizione è della Valle d’Aosta con 10 start up, preceduta dal Molise con le sue 16 e al terz’ultimo posto la Basilicata con 20 pmi.

Visto che nella ripresa economica e soprattutto occupazionale la quantità acquista un peso più importante della qualità, e visto che anche in assenza di finanziamenti regionali non mancano quelli statali ed europei appositamente dedicati al settore (dettagli su http://www.zonaprestiti.com/prestiti-agevolati.htm), la Camera di commercio di Campobasso ed Isernia ha formulato un kit informatico, che la lo scopo di semplificare la procedura informativa proprio per la creazione delle start up innovative, con un quadro chiaro soprattutto sulla determinazione dei requisiti minimi richiesti, per poter poi arrivare ad accedere alle varie forme di sostegno economico.

Il primo passo indispensabile è quello di ottenere l’iscrizione nell’apposita sezione del registro presso le Camere di commercio territorialmente competenti, e per questo serve centrare almeno due di questi obiettivi che sono: costi di ricerca pari ad almeno il 3% dei costi o del valore di produzione (conta la voce di bilancio più elevata come riferimento); un terzo del personale che lavora nella start up deve avere laurea magistrale, o un quinto deve essere composto da dottorandi, e figure similari (almeno 3 anni di attività di ricerca dimostrabile);

la start up è titolare di brevetti ad alto valore tecnologico, oppure comunque di software registrato.

Insomma se ci sono le competenze e le idee, in questo ambito giovani e meno giovani hanno facilità di accesso al fondo di finanziamento, e non a caso la Regione che ha il primato dei finanziamenti concessi è sempre la Lombardia, ovvero al regina incontrastata per il numero di start up innovative nate proprio negli anni della crisi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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