CAMPOBASSO – Dal Molise all’Uganda per aiutare chi ha bisogno: la missione del medico Massimiliano Guerriero

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CAMPOBASSO – E’ volato a Gulu, nel nord dell’Uganda, usando le sue ferie per lavorare gratuitamente al St. Mary Lacor Hospital. Un racconto toccante quello di Massimiliano Guerriero, dirigente medico dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. Una testimonianza di come passione e professionalità possano davvero contribuire ad aiutare i più bisognosi. Ecco il suo report:

“E’ arrivato l’autunno e questo significa che la mia missione volge al termine, il 1° ottobre tornerò a lavorare a Campobasso.Il mese di settembre è volato, sono arrivato il giorno 2 dopo un lunghissimo viaggio.Sono stato qui ma sembrano passati 10 anni dalla scorsa volta, stanno asfaltando molte strade, si inizia a parlare di energie alternative e pannelli solari per poter avere la luce nelle case, o per attivare una radio o la pompa elettrica per il pozzo. Un opuscolo che ho avuto tra le mani, suggeriva che il frigorifero consuma davvero troppa corrente e questo dato va valutato quando si montano i pannelli solari perché è necessario usarne molti di più. Iniziano a circolare notizie sul modo corretto di lavarsi le mani, si parla di procreazione responsabile, si suggerisce alle ragazze di utilizzare gli assorbenti per evitare infezioni e irritazioni. La popolazione è molto interessata ai telefonini e ovunque vengono istallate antenne telefoniche, (che sono più facili da costruire di un acquedotto).Continua a non esserci corrente elettrica ed acqua corrente nelle case, ma sento che qualcosa sta cambiando. Dopo gli anni della guerra civile, ora la popolazione é tornata a coltivare i campi, l’alimentazione non è un problema, resta sicuramente l’emergenza sanitaria, epatite, malaria, AIDS, tubercolosi, leishmania continuano ad essere diffuse e devastanti, oltre ai tantissimi tumori maligni.Durante la guerra sono arrivati molti aiuti umanitari e sovvenzioni internazionali, esiste sempre una catena di solidarietà durante l’emergenza, ma immediatamente dopo tutti si dimenticano ed il livello di attenzione cala sensibilmente.Ecco in Uganda ora siamo nel dopo aiuti, ci sono possibilità e margini di immenso sviluppo di tipo industriale viste le risorse minerarie, di tipo agricolo (in questi giorni il presidente dell’Uganda era all’Expo di Milano per parlare delle loro immense produzioni di caffè), di tipo turistico viste le bellezze naturali (il Nilo- fiume più lungo del mondo nasce qui).Non vogliamo essere colonizzati e fruttati, vogliamo essere aiutati a crescere e a svilupparci.In questa ottica l’aiuto non deve essere caritatevole, ma improntato alla collaborazione e alla crescita.quattro In questa ottica ho lavorato qui. Ho lavorato gratuitamente ed utilizzando le mie ferie per trascorrere il mese di settembre al St. Mary Hospital -Lacor- Gulu nel Nord dell’Uganda. Il mio viaggio, possibile grazie all’Organizzazione Patologi Oltre Frontiera, è stato finanziato dalla Fondazione Corti di Milano che sostiene il Lacor Hospital.Rispetto allo scorso anno in cui ho solo lavorato in laboratorio, nel 2015 mi sono molto confrontato con altri colleghi, straordinario il dr Jimmy Okello radiologo ecografista esperto in biopsie eco guidate di eccellente qualità, spesso veniva da me per avere una conferma di quanto aveva sospettato con l’ecografia. -Jimmy ma sei bravissimo a fare queste biopsie!- Gli ho detto più volte -Sono stato per tre mesi negli USA a imparare al Johns Hopkins di Baltimora, mi ha risposto orgoglioso- Ecco, il futuro dell’Uganda passa per persone come il Dr Jimmy Okello. Ho poi più volte ospitato un gruppo di studenti del Sud Sudan con il loro insegnante, un pediatra indiano, abbiamo discusso dell’importanza della istopatologia se si vuole fare una medicina moderna e di alto livello. Sono sempre stati presenti qui gli studenti della scuola di tecnici di laboratorio interna all’Ospedale, anche con loro abbiamo trattato lo studio della istopatologia.Con me, per i primi 15 giorni anche mia moglie Cinzia Calabrese, che nella vita è avvocato, e cosa c’entrava lei in Ospedale? dueCinzia ha visto con i suoi occhi come funzionale e viva sia una simile realtà ospedaliera, in un posto così remoto e lontano, e ora lo può raccontare a tutti quelli che credono che le donazioni facciano sempre una brutta fine.Cinzia, grazie a Fratello Elio Croce (che quando torna in Italia è spesso ospite in trasmissioni RAI per raccontate i suoi 40 anni trascorsi in Uganda), ha potuto visitare l’orfanotrofio St. Jude Children’s Home di Gulu, dove sono ospitati orfani di genitori morti per AIDS – qui molto diffusa- o abbandonati alla nascita perché malati. L’allegria e la gioia dei bambini, i loro sorrisi, la curiosità verso il telefonino o la macchina fotografica, saranno ricordi che lei porterà per sempre con sé. Esperienze che farebbero bene a tutti noi: vedere la gioia di cantare una canzone tutti insieme, da parte di bimbi che davvero non hanno niente di cui gioire. O la simpatia  frammista a sano entusiasmo che manifestavano nel vederci passare e frequentare l’ospedale.Sempre con Fratello Elio, ha visitato la Farm, una fattoria, dove sono coltivate banane, ananas, riso, mais e tante altre cose per sostenere l’orfanotrofio dal punto di vista alimentare e magari per racimolare un po’ di denaro vendendo quanto è in eccesso”.
Da Gulu Uganda
Dr. Massimiliano Guerriero (Dirigente medico Anatomopatologo Ospedale Regionale “A.Cardarelli” Campobasso)

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