CAMPOBASSO – Uffici sotto organico ormai da mesi, un’organizzazione improvvisata tutti i giorni e tra mille difficoltà, e lavoratori costretti a sopportare le pressioni aziendali su una serie di obiettivi commerciali, ferie e gestione code.
Con una nota, inviata ai vertici di Poste Italiane della SUD 1 da cui dipende anche il Molise, il segretario interregionale della CISL Poste, Antonio D’Alessandro, denuncia la forte carenza di personale negli Uffici Postali molisani, e soprattutto nelle filiali di Campobasso e di Isernia.
“La problematica – afferma D’Alessandro – è fonte di gravi disagi sia per la clientela sia per i lavoratori, ed è destinata ad acuirsi”.
A ciò si aggiunge l’introduzione di nuove figure, come quella di “addetto all’accoglienza” negli Uffici Top, che di fatto, vanno a sguarnire ulteriormente le sportellerie.
“Le lunghe assenze dovute a malattie, infortuni, maternità ed effetti di legge (L.104), oltre alla erogazione dei congedi, spesso imposti senza regole, al solo fine del raggiungimento di obiettivi, in definitiva portano gli Uffici al collasso”.
Intanto le “stanze della gestione” si nascondono e fanno capolino solo per dare la solita risposta – non c’è personale – alle legittime recriminazioni della Cisl Poste e degli stessi direttori, spesso costretti a sostituire gli sportellisti.
“In tali condizioni sono saltate tutte le regole, con improvvisi e repentini distacchi (molti attuati nella stessa giornata) che, spesso, implicano lo spostamento dei lavoratori da un comune all’altro con innumerevoli disagi.
In tale caotico contesto – precisa il sindacalista – dove non si è più sicuri della sede di lavoro, a risentirne è anche il clima. Si innestano facilmente le paure, le minacce, le ritorsioni. A tutti i livelli”.
D’Alessandro definisce “provocatorio l’atteggiamento aziendale che, volutamente, ignora le primarie necessità degli Uffici”. “Sarebbe più opportuno – ammonisce – prima ancora di pretendere risultati, creare le giuste condizioni operative e organizzative. Di contro – conclude D’Alessandro – centinaia di risorse part-time attendono invano la trasformazione del rapporto di lavoro (in full-time) e la qual cosa produce un senso di maggiore svilimento e incredulità in categoria alla quale vengono richiesti grandi sacrifici malgrado la soluzione potrebbe essere dietro l’angolo“.
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