ROMA – “Con estrema soddisfazione possiamo annunciare che il Governo ha riconosciuto la validità dell’ordine del giorno con cui si chiedeva di estendere anche a quei territori del Molise, a rischio, l’intervento per la cosiddetta ‘Terra dei fuochi’, nell’ambito della campagna di risanamento ambientale per l’inquinamento criminale dei terreni compiuto dalla malavita organizzata”. Lo rende noto l’onorevole del Pd Laura Venittelli. Fu la stessa parlamentare Dem a proporre l’ordine del giorno in materia, facendosi promotrice del testo recepito da decine di Comuni molisani nelle assemblee consiliari. Ieri ha ricevuto il via libera nella seduta della Camera dei deputati, direttamente per voce della Sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Paola De Micheli.
Il testo dell’ordine del giorno verrà riformulato con alcune modifiche, che non ne intaccheranno l’essenza. “Ancora una volta -conclude- l’attenzione per il nostro Molise è stata premiata”.
La parlamentare, nel documento, impegna il Governo ad “avviare, compatibilmente con le risorse disponibili, per il Molise, indagini tecniche per verificare la salubrità dei terreni, delle falde acquifere e dell’aria nelle aree più direttamente interessate dallo sversamento illegale di rifiuti tossici e smaltimenti abusivi anche mediante combustione avvalendosi delle competenti strutture sanitarie e di ricerca, al fine di accertare l’eventuale esistenza di effetti contaminanti, a valutare la possibilità di assumere le iniziative di competenza necessarie a verificare l’esistenza di siti da bonificare con la conseguente mappatura dei siti contaminati nel territorio della regione Molise al fine del loro inserimento in un piano di bonifiche di interesse nazionale, per il loro recupero e la loro riconversione, indicando i terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse“.
Secondo le dichiarazioni del pentito di camorra Carmine Schiavone del 7 ottobre 1997, davanti alla Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti, l’attività di smaltimento illegale si svolgeva al nord fino a Latina, mentre a est in tutta la zona del Matese, Isernia e nelle zone vicine.
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