CAMPOBASSO – <I tavoli romani e i loro vincoli e prescrizioni ci hanno impedito di fare altra sanità in Molise>. L’ex presidente della giunta regionale guarda indietro e usa bastone e carota nel giudizio sulla sanità locale rispettivamente alla gestione attuale sottolineando soprattutto alcuni aspetti che mancano nell’annunciata prossima riorganizzazione dei livelli di assistenza e della riprogrammazione strutturale degli ospedali:<I modelli di nuova sanità vanno prima sottoposti a soluzioni compatibili e poi stabilizzati sul territorio analizzando in corsa altri accorgimenti che inizialmente in qualche maniera potrebbero essere sfuggiti e quindi rimasti nel cassetto>. Dito puntato ma senza infierire sul presente, sull’emergenza dei Pronto soccorso, sul personale che manca in tali reparti sulla necessità, perciò, di nuove assunzioni soprattutto in casi di questo tipo e sull’uso di sale operatorie. <A Campobasso – ha detto l’ex presidente della giunta regionale – nei giorni festivi rimane in funzione solo una sala operatoria. In caso di arrivo di due urgenze una deve aspettare, ma vi sembra una situazione tollerabile?> Uno sguardo anche alla mobilità attiva e passiva. Iorio ha confermato la rivalutazione del pubblico in questo senso e il recupero di quei pazienti che si portano fuori regione abbandonando qualsiasi tipo di unità ricettiva ospedaliera del posto:< Non è possibile che diamo il 15% della nostra quota di fondo sanitario nazionale ad altre Regioni. Il Piano deve guardare a come recuperare la mobilità passiva. Dico no alla riconversione degli ospedali di Larino e Venafro a poliambulatori. Analizziamo qui, invece, situazioni assistenziali per degenze particolari. Credo che la riconversione di questi due ospedali creeranno ulteriori problemi agli altri nosocomi, sia sul versante del personale che dei posti letto.
Aldo Ciaramella
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