
ROMA – La Metropolia di Campobasso guidata dal vescovo Bregantini, invitato a partecipare dalla sua gente, si è unita ai due milioni di partecipanti – famiglie e non – nella distesa del Circo Massimo a Roma. Non una esclusiva del mondo cattolico nè di altra fede o di partito o ideologia politica ma, insieme, anche liberi cittadini per affermare democraticamente le ragioni di “quella piazza” in un gioco democratico dove la piazza diventa luogo dove si incontrano le contrapposizioni di idee. “Grande e gioiosa festa della famiglia unita da tanta preghiera sin dalle prime ore del mattino”, ha dichiarato a caldo e con tono deciso l’arcivescovo di Campobasso – Bojano, al suo rientro da Roma.
Sono partiti all’alba 6 pullman delle parrocchie della diocesi, tra cui anche quelle di Termoli, Isernia e Trivento. “E’ stata una manifestazione straordinariamente bella, carica di allegria e gioia spirituale preceduta da tanta, tanta preghiera anche nei giorni precedenti l’evento con incontri di preparazione e con il sacrificio delle famiglie che oggi hanno aderito. Una giornata di grande fede e questa è l’atmosfera che ha caratterizzato la giornata con una partecipazione composta e attenta durante tutti gli interventi che si sono susseguiti. Direi matura e composta, con un laicato lanciatissimo – ha aggiunto il vescovo. – Un laicato capace, meraviglioso che certo avrebbe gradito e atteso un intervento del Cardinale Bagnasco. Come Pastore io ho seguito la mia gente, come dice anche l’Evangelii Gaudium. Un unico valore è la famiglia. Il Family Day è stata una manifestazione politica, ma non di destra o di sinistra. Abbiamo difeso alcuni valori come si fa nelle lotte operaie, sollevando una questione antropologica: non ci può essere una libertà estrema, una libertà senza verità, innanzitutto nella famiglia e poi nel lavoro, nell’economia, nella società. Il nostro è stato uno schiaffo all’Europa che sta permettendo tutto questo, con le adozioni per le coppie omosessuali e l’utero in affitto“.
E riguardo al decreto legge Cirinnà l’arcivescovo è drastico: “Auspico che la legge passerà al vaglio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella e che non l firmi il decreto: è in contrasto con l’articolo 29 della Costituzione che parla della famiglia come fondata sul matrimonio. Il ddl va completamente rivisto, anzi ritirato“.
E per le coppie omosessuali, il presule di Campobasso pensa ad una legge che possa garantire queste unioni con diritti ovvi come l’assistenza in ospedale o in carcere e la reversibilità della pensione, con la certezza “che non ci sarebbero ostacoli in caso di approvazione in Parlamento, da parte di nessuno“.
“L’Italia ha parlato con una risposta di popolo secondo la logica di Firenze a questo movimento popolare– ha concluso il vescovo Bregantini- con una riflessione finale guidata da papa Francesco e papa Giovanni Paolo II contro chi ha voluto tagliare le radici cristiane dell’Europa. Cade l’attività cade la famiglia cade ogni dimensione. Se cade la verità della famiglia cede e cade il mondo del lavoro. Questo è il senso di questa giornata basata sula logica del senso della famiglia come fondamento di verità e di lavoro che si riscontra al n° 155 della Enciclica di papa Francesco, Laudato Sì”.
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