
VENAFRO – Uno scambio di battute in mattinata tra due anziane del posto, incontratesi in una piazzetta del centro storico. Argomento al centro della chiacchierata il recente voto al Senato della Repubblica che ha varato le nuove norme in materia di unioni civili e di cui le anziane venafrane erano evidentemente informate avendo seguito il tutto alla tv. La riportiamo in stretto dialetto venafrano, ossia com’è realmente avvenuta, per dare meglio l’idea del pensiero delle due donne. “Inzomma … -chiedeva la prima all’amica con cui si stava intrattenendo- hann’ vint’ i ghé?”. La pronta risposta dell’altra: “Scin’ …”. E di rimando ancora la prima: “Che bellezza! Pover’ a nova … e pover’ criatur’ che c’acchiappn’ …!”. Traduzione del colloquio in italiano, anche se dialetto ed argomento sono chiari a tal punto che non avrebbero bisogno di alcuna spiegazione. Un’anziana chiede all’altra: “Insomma hanno vinto i gay?”, riferendosi appunto alle unioni civili, e l’amica risponde con un secco e significativo, “Si”. Quindi la replica della prima donna, evidentemente nient’affatto favorevole alla nuova legge e a tutto quanto ne consegue: “Che bellezza! Poveri noi …, penso a quelle povere creature che resteranno coinvolte dalla nuova normativa!”. Ecco, questo il pensiero di due anziane venafrane sulla neo legge circa le unioni civili, norma che chiaramente non le fa stare affatto allegre, ma tutt’altro. Certo, in materia ci sono posizioni ed opinioni diametralmente opposte, ma è piaciuto riportare il casuale colloquio per strada tra due anziane molisane per significare come e cosa pensa sul delicatissimo tema parte dell’opinione pubblica regionale, in particolare quanti per storia e cultura hanno le loro chiare idee -e non ne fanno mistero- circa affidamento e crescita dei bambini.
Tonino Atella
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