CAMPOBASSO – Nessuna conclusione e nessun accordo. La no stop di Ruta Leva e Frattura portata avanti a palazzo Vitale sede della Giunta regionale del Molise sui Piani operativi condotta da venerdì sino a stamane non ha registrato alcun punto di contatto e quindi di conversione. Le proposta degli on.li Ruta e Leva e quella del governatore sono diverse e distanti. In sintesi l’una, quella del presidente della Giunta regionale, rimane sull’impostazione di una offerta spostata sul privato, la seconda quella dei parlamentari resta ancorata a principi e interventi che trovano la loro ragion d’essere nella sanità pubblica. Un muro contro muro a cui però sono state prospettate alcune aperture che ovviamente cambiano gli obiettivi e la natura degli stessi Piani comunque necessarie a questo punto se si vuole arrivare a una conclusione condivisa o meglio ad un compromesso che non sfasci la sanità e in particolare la maggioranza di governo regionale. In concreto per evitare ciò è bene che i proponenti dell’una e dell’altra proposta arrivino a un punto di mediazione ed ecco un nuovo appuntamento fissato per giovedì. Il documento finale del lungo dialogo di fine settimana sottoscritto da Frattura Leva e Ruta considerando sicuramente addolcito e condito con lo zucchero della speranza recita< Considerate le proposte formulate e messe a confronto con ripetuti incontri che abbiamo tenuto anche a Roma presso e non solo il Ministero della Salute, registriamo, reciprocamente, il permanere delle differenze di analisi, di impostazione, di strumenti e di obiettivi. Abbiamo individuato tuttavia un’ultima ipotesi che potrebbe rendere possibile la convergenza e che necessita di ulteriori approfondimenti tecnici e finanziari che giovedì pomeriggio avremo a disposizione. Se negativi resteranno le differenti proposte presentate, se positivi renderemo nota nel dettaglio la proposta condivisa, per aprire un confronto ampio e serrato con tutti gli interessati>. Ognuno insomma sulle sue e un terzo giudice i Ministeri competenti con il fiato sul collo della Regione pronti a valutare o suggerire se ci può essere una via di mezzo a quanto il presidente della Giunta sembra indicare e anche con una certa fretta. Un tentativo che appare alquanto avventuroso e improbo se bene si valutano e quindi non si perdono di vista gli obblighi a cui la Regione deve adempiere in fatto di riconfigurazione della sua offerta della sanità ai cittadini e di rientro del debito maturato negli anni e il rigore che purtroppo è indispensabile che si adotti in un settore dove per anni è stato lasciato campo libero al proliferare di reparti doppioni, di primariati di convenzionamenti di consulenze e quant’altro con spese che sono arrivati alle stelle.
Aldo Ciaramella
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