
CAMPOBASSO – “24 ore per il Signore” nell’anno Santo della Misericordia, occasione per la riconciliazione con se stessi con il prossimo con il senso della vita. Un’iniziativa promossa dall’Ufficio liturgico diocesano che invita alla riflessione, alla comprensione e alla ricerca della pace interiore strumento indispensabile per affrontare le fatiche le contrapposizioni le incomprensioni e per evitare o cancellare spesso strumentali e pretestuose prese di posizione. Un invito nell’Anno santo ad un cammino univoco verso un obiettivo di fratellanza e reciproca disponibilità, aggiungiamo noi, soprattutto quando in ballo ci sono questioni di interesse comune che oggi quasi sempre si trasformano da confronto a scontro politico e sociale con ricadute rovinose sulle spalle dei cittadini. Cominciamo da qui forzando forse troppo questo appuntamento di intensa fede e preghiera previsto per venerdì e sabato per contestare con forza e durezza questa volta quanto si consuma a livello istituzionale tra poteri decisionali e luoghi di contestazione a quest’ultimi in uno scenario dove ormai non ci sono più punti di contatto e per sottolineare quanto di negativo allo stesso tempo la battaglia personale e politica produca anche all’esterno fuori dalle mura della politica. La giornata della riconciliazione e della Misericordia forse andrebbe interpretata e venerata anche dalla politica invece di dare fuoco alle polveri dell’odio e del dissenso tutti i giorni. Nei bersagli da colpire a getto continuo c’è tutto: la sanità, l’inceneritore, l’area di crisi, il piano dei rifiuti la Protezione civile e così via. Il cittadino di questa regione che umiliato, impotente e sconfortato ogni giorno, legge, ascolta, commenta e subisce sulla propria pelle torti, umiliazioni e rinunce, si chiede perché diventa sempre così difficile e impossibile aggregare quelle poche forze di un piccolo Molise che oggi si combattono con guerriglie feroci e spesso più che spiegabili, per mediare iniziative riconciliative con la propria interiorità e con l’interesse comune. La sanità che appare come un mantello strappato dove ognuno si aggrappa per ricavarne qualcosa, l’area di crisi che allo stesso modo è diventata una coperta larghissima che con l’illusione di coprire tutti alla fine non accontenterà nessuno, devono far riflettere attorno ad una <riconciliazione> dove ognuno deve rinunciare a qualcosa per mettersi in comunione con l’altro e quindi insieme allinearsi sugli obiettivi generali. Documenti, comunicati, annunci, osservazioni di parte e non che ogni giorno sembrano proiettili lanciati dall’una e dall’altra parte su qualsiasi iniziativa intrapresa o da intraprendere che non giovano a costruire la strada del dialogo e la realizzazione di ogni azione per il bene comune sono diventati troppo minacciosi e quindi pericolosi per tutti.
Aldo Ciaramella
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