PIANI OPERATIVI – Cristofaro dice no a una sanità modellata sui medici

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CAMPOBASSO – Riprendiamo con interesse e curiosità la nota di Angelo Cristofaro già vice presidente della Provincia e membro degli organi direttivi del Pd. Una posizione sulla sanità e quindi sui Piani operativi, la sua, abbastanza genuina e fuori da quel coro che canta il De profundis su tutto stigmatizzando anche alcune situazioni non certo gradevoli accadute in circostanze di tutt’altro tenore. Continuiamo a ripetere che la difesa di alcuni privilegi e rendite di posizione ci interessano poco rispetto alle problematiche di interesse e carattere generali. Puntualizziamo, siamo per una sanità pubblica bene attrezzata  integrata con quella privata laddove quest’ultima presenta eccellenze di riferimento e di alta specializzazione. Lotte strumentali contro chi probabilmente ha avuto il torto di insediarsi in Molise per fare sanità di pregio professionale e anche di successo per il risultato finale ottenuto con il paziente utente non ci intrigano. E’ chiaro che la sanità pubblica va attrezzata bene. Non è accettabile avere pronto soccorso senza medici tanto per fare un esempio. Suggeriamo il dialogo su tutto. La costruzione in questo caso di un progetto di sana competizione e di garanzia per ogni evenienza e per ogni offerta specialistica realizzata con strutture attrezzature e personale all’altezza ben vengano. Angelo Cristofaro ci scrive su quanto e anche lui, al di là di alcune considerazioni di carattere personale che possiamo emotivamente anche condividere a parte per una comune formazione sul sociale e sul religioso, scrive:<Non è possibile continuare a modellare il sistema sanitario per i medici, bisogna costruire una sanità a misura di paziente! Ai cittadini interessa essere curati bene, che la sanità sia pubblica o privata poco importa. C’è però un dato da considerare: le strutture cosiddette private fanno qualità e costano meno. I dati resi noti dalla Regione parlano chiaro, nessuno li ha finora contestati. Non è vero che la sanità deve necessariamente produrre perdite, è possibile conciliare la qualità con l’efficienza economica, se ci riescono le strutture convenzionate perché il “pubblico” non è in grado di farlo? E’ arrivato il momento di cambiare rotta!> Ed ecco i numeri che secondo Cristofaro giustificano il cambiamento di rotta:<Oltre il 75% dei pazienti del Neuromed arriva da fuori regione perché trova la qualità! Stesso discorso per la Cattolica che ha una mobilità attiva di quasi il 50%. Queste strutture fanno guadagnare al Molise, anche per il cosiddetto ”indotto”: le attività economiche che ruotano intorno alla permanenza di un numero così rilevante di persone nella nostra regione. Se queste strutture fossero costrette a ridurre, o addirittura cessare, la loro attività non ci sarebbe alcun risparmio, ma un’ulteriore perdita per il bilancio regionale: i pazienti sarebbero costretti a curarsi in ospedali extra regionali con evidenti disagi e con un costo maggiore per il sistema sanitario molisano>. L’ex vicepresidente della Provincia di Campobasso sottolineando che la sanità accreditata incide sul bilancio regionale meno del 10%  si dichiara favorevole all’integrazione delle strutture d’eccellenza con il sistema pubblico. <Nella rete dell’emergenza neurologica il Neuromed dovrà avere un ruolo centrale. Stesso discorso per la Cattolica di Campobasso il cui processo di integrazione con il Cardarelli garantirebbe un risparmio di diversi milioni di euro e un significativo miglioramento delle cure – conclude Cristofaro -. La presenza delle Unità operative di cardiologia e oncologia alla Cattolica è fondamentale: in un unico Centro sarà garantito un percorso assistenziale completo per la cura dei “mali del secolo”>. Condividendo, poi, l’architettura dei Piani così come sono stati strutturati, Cristofaro invitando ad abbattere ogni sorta di campanilismi conferma che non è il numero degli ospedali che fa la qualità, ma un sistema sanitario integrato con il territorio. <Siamo una regione numericamente irrilevante nel panorama nazionale, rischiamo di perdere la nostra autonomia ed essere smembrati in diverse macro aree. Per difenderci dobbiamo essere uniti>.

Aldo Ciaramella

 

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