
MONTAQUILA – “Non puoi spiegarti, capire, come sia possibile sparare all’impazzata su donne, bambini che giocano con la sabbia, uomini, nel nome di un dio che se è tale non chiederebbe tali sacrifici aberranti. Noi oggi ringraziamo il signore che ha voluto salvarci la vita, e non possiamo che unirci al dolore delle persone che hanno perso i loro cari senza un perché, barbaramente. Amen”.
Queste le poche parole affidate ad un post su Facebook da Amedeo Roccio (60 anni), uno dei 4 molisani, tutti originari di Montaquila, scampati ieri all’attentato terroristico in Costa D’Avorio. Era lì sulla spiaggia di Grand Bassam, a una quarantina di chilometri dalla capitale Abidjan, insieme a due fratelli Antonio Armenti 65enne e Roberto Armenti 60enne, e a Francesco Pallotta (30 anni), quando i terroristi hanno assaltato, al grido di Allah Akbar (Dio è grande), con il volto coperto, armati di kalashnikov e granate, i resort della zona. Sono riusciti a mettersi in salvo all’interno di un locale dell’hotel che li ospitava. E’ da lì che hanno assistito ad un orrore durato un paio d’ore e che ha portato alla morte di 16 persone: 14 civili, due militari.
In base alle prime testimonianze, i terroristi, tutti giovani sulla trentina, sono arrivati dal mare con un gommone e hanno aperto il fuoco all’interno del complesso Coral Beach di proprietà di un americano e dell’ Hotel Etoile du sud, entrambi molto frequentati dai turisti locali e stranieri. Poi hanno proseguito lungo la spiaggia sparando e urlando contro chiunque. L’attentato, secondo Site, sito di intelligence, è stato rivendicato da Al Qaeda per il Maghreb islamico (Aqim) in un proclama postato sul canale Telegram Al Andalus.
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