ECONOMIA – Area di crisi, in arrivo anche l’ordinaria

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CAMPOBASSO – Ha prevalso il buon senso. Tardi, ma meglio tardi che mai. L’area di crisi complessa si ferma strettamente all’asse Bojano-Venafro. Per il resto della regione viene scelta. quindi, una nuova via che tra l’altro i sindacati e la Cgil da tempo avevano prospettato al Governatore Frattura. Essa comprende strumenti operativi e una serie di strumenti finanziari e vincoli temporali necessari per attuare sul campo una normativa strettamente attinente ad un’area di crisi ordinaria. La Regione ha capito finalmente l’impossibilità di estendere l’area di crisi complessa a tutto il Molise ripiegando su una soluzione che a questo punto potrebbe mettere in sicurezza l’intero territorio regionale. Ovviamente è necessario bruciare i tempi perché la date a cui bisogna riferirsi per il completamento delle procedure amministrative e di raccordo tra l’imprenditoria e  l’ente regione è fissato al 6 maggio. L’area di crisi ordinaria naturalmente abbraccerebbe tutte le attività in sofferenza che con la legge n.181 specifica per questo tipo di emergenza potrebbero ricevere il supporto di aiuti statali e locali in una misura meno sostenuta di quelli previsti per la complessa ma comunque vitali per quelle filiere che soprattutto nel Basso Molise hanno spinto sul governo regionale anche per agevolazioni modeste indispensabili al momento per recuperare i posti di lavoro, per ammortizzare il carico fiscale e contributivo. Le premesse e le promesse sembrano esserci. La Regione fino a maggio deve però superarsi perché il percorso tecnico di sintesi concertativa, di approvazioni di delibere, di accordi di programma con i Comuni e il territorio, di consultazione politica su vari livelli istituzionali, devono avvenire in poco tempo, insieme alla ricognizione di  un’ idea di quello che si vuole realizzare all’interno di un programma produttivo che a questo punto deve avere indicazioni, settori di intervento e finalizzazioni sicuri con scelte opportune. Gli strumenti dell’area di crisi complessa e di quella ordinaria devono trovare l’attenzione e la condivisione delle industrie e delle imprese perché la copartecipazione all’investimento comunque non è di poco conto. E in questo la Regione deve offrire le dovute garanzie per una politica industriale rinnovata e moderna che non si fermi all’oggi o al domani con l’assegnazione di questo o quel finanziamento ma che dia assicurazioni, a cominciare dal medio termine, di continuità e di assistenza attraverso una programmazione dedicata e non saltuaria e frammentaria. La Cgil quindi oggi alla notizia della nuova proposta regionale al Ministero dello sviluppo e attività produttive così commenta <Quello in atto è’ quanto ha proposto la Cgil in tutte le riunioni della cabina di regia. Anziché, perciò, perdere tempo a stiracchiare i perimetri dell’area di crisi complessa Campochiaro–Venafro che, comunque, non avrebbe potuto coprire la gran parte della regione, si sarebbe dovuto per tempo attivare lo strumento dell’area ordinaria naturalmente meglio tardi che mai. Ora la regione ha la possibilitaà di utilizzare due strumenti importanti per contrastare la crisi e i tanti settori industriali, dalla Gam allo zuccherificio, dal meccanico al tessile. Gli strumenti, come le aree di crisi, sono importanti, e’ giunto il momento, pero’, di definire una proposta di politica industriale e di sviluppo che fino ad oggi è mancata>.

Aldo Ciaramella

 

 

 

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