CAMPOBASSO – Bagarre e nervi tesi in aula a palazzo Moffa. Soprattutto nella maggioranza dove la posizione scomoda di Scarabeo tenuto un po’ fuori dal centrosinistra e diventato quindi battitore libero su tutti i fronti del Consiglio regionale e la contestazione perenne e silenziosa di Totaro che spesso si mette di traverso sul percorso politico del partito democratico in cui tra l’altro lui e il capogruppo, rendono difficile la governabilità e quindi la gestione della stessa Assemblea di via IV Novembre guidata dal presidente Cotugno posto sotto attacchi spesso e volentieri poco prevedibili. Evidentemente la maggioranza che va avanti con poche persone che decide con pochi assessori e consiglieri, incontra ostacoli e ostruzionismi pesanti sotto il tiro di dichiarazioni velenose e di un fuoco sovente amico. Con queste defezioni e difettando di un appropriato coordinamento arranca e quindi reagisce male non riuscendo a sbrogliare alcuna matassa. I ritardi i rinvii su alcuni argomenti per l’assenza e quindi la supervisione del presidente, spesso assente in aula per altri impegni istituzionali, genera, tra l’altro, malumori e interventi che spesso hanno molto di personale e poco di politico. La mancata nomina di un componente nella I^ Commissione che avrebbe dovuto portare quest’ultimo già da tempo nello stesso organo consiliare, ha scoperchiato la delusione del consigliere venafrano che se l’è presa con il presidente Cotugno sottolineando e stigmatizzando il rinvio ulteriore del provvedimento criticando la conduzione della stessa assemblea consiliare. Ira e risentimento anche nel capogruppo Francesco Totaro che continua a chiedere ma invano che la nomina venga fatta. Alla baraonda politica, comunque ingovernabile sul fronte del centrosinistra, si è ribellata anche Nunzia Lattanzio anch’essa defilatasi da qualche tempo confermando che questo tipo di politica non le appartiene e quindi ha abbandonato l’aula. Un cammino molto difficile quello del Consiglio impantanatosi da qualche mese a questa parte su argomenti comunque inconsistenti più politico privatistici che di respiro generale e di interesse popolare.
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