
ISERNIA – Interrogatori di garanzia, oggi, per i principali indagati, nell’ambito di “Dirty Mayors“, l’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza sugli appalti truccati nei Comuni, che vede 144 persone coinvolte a vario titolo.
Davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Isernia, Antonio Ruscito, solo in due hanno deciso di parlare, rispondendo a tutte le domande del gip e cercando di chiarire la propria posizione: si tratta del sindaco di Forlì del Sannio, Roberto Calabrese, difeso da Marciano Moscardino e Bice Antonelli, e dell’imprenditore Claudio Favellato, assistito da Arturo Messere.
I legali sono certi della estraneità dei propri clienti ai fatti contestati e hanno chiesto la revoca delle misure cautelari: il primo ai domiciliari, il secondo ha l’obbligo di dimora nel Comune di residenza.
Si sono, invece, avvalsi della facoltà di non rispondere gli imprenditori Angelo Rossi, Donato Terriaca, Gianni Calabrese e Lenio Petrocelli, quest’ultimo funzionario della Regione Molise ed ex sindaco di Acquaviva di Isernia. Gli avvocati si sono presi del tempo per studiare il corposo fascicolo della Procura, che conta oltre 5mila pagine.
Tutti i difensori, anche in questo caso, hanno chiesto la revoca delle misure cautelari.
Le indagini della Guardia di Finanza di Isernia, andate avanti per anni, hanno interessato ben 23 amministrazioni comunali della provincia di Isernia e Campobasso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA