
CAMPOBASSO – Il Consiglio comunale di Isernia che fra qualche giorno inizierà i lavori a palazzo San Francesco è fatto. Venti consiglieri di maggioranza: Giuseppe Lombardozzi Gianni Fantozzi, Vittoria Succi Gianluca Di Pasquale, Cesare Pietrangelo Pietro Paolo Di Perna, Emanuela Guglielmi Elisabetta Lancellotta Enrico Caranci Domenico Chiacchiari Giovanni De Marco Tiziana Pizzi Irma Barbato Tonino Antenucci Maria Antonietta Matticoli Nicola Moscato Sonia De Toma Francesca Bruno e Eugenio Kniahynicki di Fratelli d’Italia e Giampiero Mancini per Isernia in Comune. All’opposizione ci saranno Gabriele Melogli Rita Formichelli Cosmo Tedeschi Mino Bottiglieri Stefano Testa Raimondo Fabrizio e Filomena Calenda di Forza Italia Vincenzo Di Luozzo Fabio Onorato del Pd Roberto Di Baggio Andrea Galasso e Roberto Di Pasquale. Tutto come previsto. Il sindaco D’Apollonio si è riservato di pensare per un po’ di giorni riguardo alla composizione della giunta e quindi potrebbe uscire allo scoperto soltanto all’indomani del giuramento e della ufficialità effettiva dell’assise civica che coinciderà con la proclamazione degli eletti. In questi giorni fa rumore e apre a qualche riflessione l’ostinazione del candidato sindaco sconfitto Melogli a voler rinunciare alla carica di consigliere ovviamente nella posizione di opposizione e molto onesta e coerente appare la sua valutazione sul forfait annunciato ma comunque ancora non dato. Melogli afferma che non se la sente di andare contro il programma del suo ex avversario D’ Apollonio colui che ha vinto le elezioni di domenica scorsa e quindi contro un piano di idee e di interventi evidentemente condiviso dagli isernini che lo hanno accettato e preferito a quello antagonista. Ebbene in una sana democrazia se la città di Isernia come afferma D’Apollonio ha bisogno di persone esperte di professionalità e di gente che conosce i problemi e le difficolta del territorio comunale quale occasione migliore affidare a Melogli la conduzione dell’assemblea consiliare a lui poi che è un avvocato e tenerlo a palazzo San Francesco avvalendosi del suo contributo che potrebbe essere perciò prezioso. Ai tempi di una democrazia più ampia e di un confronto più leale e costruttivo quando la politica intera sapeva spartirsi meglio anche le poltrone, i presidenti di tutte le assemblee erano quasi sempre in carica all’opposizione per garantire quel sano e pieno controllo a un sistema designato dal popolo che deve legiferare e controllare nel rispetto di tutte le componenti scelte dallo stesso elettorato. Cominciamo a dare esempi di ampiezza di dialogo più largo e rispettoso. La gente tutta l’apprezzerebbe dandone le opportune motivazioni. Gli organi di controllo hanno altre mansioni dal mandato esecutivo. Il controllo e la garanzia delle assemblee consiliari spettano all’opposizione. Aldo Ciaramella
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