VENAFRO – In merito ai fatti accaduti al nosocomio di Venafro dove un degente è deceduto per avvelenamento, episodio questo che vede protagoniste due infermiere, il Collegio Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici di infanzia (IPASVI) Interprovinciale Campobasso-Isernia chiede “rapidità e rigore nelle indagini e, se i fatti saranno accertati, una pena certa ed esemplare“.
“La professione infermieristica – afferma la presidentessa Mariacristina Magnocavallo – è una professione delicata, la più delicata, visto che sugli infermieri grava l’assistenza globale ai pazienti 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. Impegno significativo che induce a chiedere a viva voce, a tutela degli assistiti e degli stessi professionisti, di non essere lasciati soli ma che vengano posti in essere controlli incrociati e verifiche costanti sulle attività sanitario assistenziali.
Se si verificano eventi come quelli accaduti, significa che la catena dei controlli non ha funzionato. Ben vengano le telecamere, i registri e le ricette elettroniche anche negli ospedali; ben venga il controllo di chi entra e di chi esce dalle strutture sanitarie e il controllo sulla salute psico-fisica degli operatori che sono sottoposti a significativi carichi di stress non sopportabili da tutti allo stesso modo”.
Dal collegio professionale degli infermieri precisano ancora: “I fatti riguardano singoli individui e non la categoria professionale nel suo complesso composta da infermieri preparati e responsabili e con un forte radicamento deontologico.
La magistratura seguirà il suo corso e, dopo gli opportuni accertamenti e le eventuali condanne, il Collegio di Campobasso-Isernia, che rappresenta l’organo di garanzia dei cittadini per quanto attiene la verifica della qualità assistenziale e della deontologica comportamentale degli iscritti, prenderà le dovute e opportune misure disciplinari, fino a giungere anche alla radiazione, se sarà il caso”.
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