VENAFRO – Rischia di investire un bimbo in bicicletta, il monito di un giovane venafrano

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VENAFRO –  Sulla strada non si scherza, neanche se si è in bici. Lo sa bene un nostro lettore che, rimasto vittima di un piccolo ma, per fortuna, non grave incidente ha voluto raccontare la sua esperienza in una lettera e lanciare un monito agli utenti della strada, di qualsiasi età.
Questo il testo:
Questa lettera è un piccolo sfogo, un monito e una riflessione su quello che potrebbe succedere anche a voi e su quello che sto vivendo in questi giorni.
Pochi giorni fa a Venafro, giovedì 21 luglio, tornavo a casa da lavoro col mio scooter, un modesto 250cc preso qualche mese fa, usato appunto per andarci a lavoro. Alle 20:00 circa davanti al supermercato Visocchi mi ritrovo davanti una bici, piccola, con su un bambino, piccolo anche lui, avrà avuto 10-12 anni.
Faccio quello che penso facciano tutti in questi casi, cioè vado per superarlo ma il piccolo ciclista nel mentre svolta all’improvviso a sinistra e mi taglia la strada, tentando di imboccare una delle traverse di Via Quinto Orazio Flacco, dopo essersi anche girato a guardarmi.
Succede l’inevitabile e cioè nei pochi attimi in cui realizzo che se l’avessi preso in pieno avrei potuto facilmente ferirlo mortalmente, inchiodo e buttandomi sulla sinistra cado e lo scooter mi schiaccia la gamba. L’impatto col piccolo ciclista c’è, ma di striscio, tanto che da terra subito vado a cercarlo con lo sguardo e per fortuna lo vedo in piedi.
Dopo le quattro ore al PS di Isernia per tre lastre non ho niente di rotto ma tanti ematomi, ed il ginocchio malandato che si saprà solo nei prossimi giorni e dopo chissà quanti esami cosa c’è. Ma il punto non è questo. A me è andata tutto sommato bene, al piccolo ciclista direi che è andata molto bene, tanto che si è subito rimesso sulla sua piccola bici per andare a chiamare la madre, ovviamente una scusa usata per sparire, ma il punto non è nemmeno questo. Il punto che voglio toccare con queste righe è rivolto in generale a tutti i genitori dei piccoli ciclisti come il mio anonimo nuovo amico, e li enumererò per farveli stampare più facilmente:

  1. Comprategli il casco per bici, e fateglielo usare;
  2. Insegnate loro che quando si svolta, va allungato il braccio nella direzione scelta;
  3. Siate sicuri che sia in grado di pedalare da solo per le strade trafficate, e se è sotto i 10 anni anche se ne siete sicuri, uscite insieme a loro;
  4. Quando c’è un tizio con una moto sulla gamba, ditegli di andare a cercare aiuto;
  5. Se torna a casa impaurito, parlate con lui.

Io non ho figli, non mi permetto perciò di avere la presunzione di insegnarvi a fare i genitori per quanto riguarda l’educazione ciclistica, ma al mio piccolo anonimo ciclista queste nozioni evidentemente mancavano, e l’intero lato sinistro del mio corpo ne è la prova.
Questo, se non si fosse capito, è solo un monito per evitare che altri piccoli ciclisti possano farsi davvero male come poteva succedere qualche giorno fa, e come monito a me nel caso in cui me ne ritrovassi uno davanti senza il casco, perché vorrà dire che non hanno seguito il punto 1. e dovrò stare molto attento”.

Andrea Colella

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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