
CAMPOBASSO – La giungla del commercio annuncia aperture al pubblico anche a Ferragosto, soprattutto i supermercati. Ma è proprio necessario che tanto accada togliendo ai lavoratori il sacrosanto diritto di riposo in una delle vacanze più attese dell’anno? La Uiltcs annuncia battaglia su questo terreno. Iniziative clamorose e intanto invita i cittadini allo sciopero del carrello. Ferragosto con la spesa, un episodio che ci sarà tra qualche giorno ma che si ripeterà in un futuro anche prossimo in assenza di norme specifiche soprattutto territoriali capaci di regolamentare accordi intersettoriali e settoriali coordinati e disciplinati soprattutto dai Comuni, la Regione e dai sindacati e le Associazioni di categoria. La Uiltcs e soprattutto il suo segretario Guarracino che sbraita in maniera rude ma costruttiva sul problema hanno ragione. Da tempo, insieme soprattutto alla Cgil, con Franco Spina in prima fila, chiedono accordi territoriali comunali che superando la norma nazionale con un patto di ferro tra gli addetti ai lavori e il partenariato riconosciuto vorrebbero arrivare a una mappa temporale, a un calendario che potessero fissare le date e i periodi di aperture e di chiusure per tutti soprattutto nelle festività più sentite e attese dell’anno. Crediamo che problemi di questo genere dovrebbero essere affrontati con la massima responsabilità oltre che dai sindacati soprattutto dai sindaci dei tre Comuni più grossi della regione visto che non si sono mai curati negli anni passati e al momento di redigere Paini zonali di sviluppo e commerciali che potessero disciplinare in qualche maniera una giungla inestricabile che si arricchisce ogni anno di nuove aperture di centri commerciali pronte ad accrescere una competizione scriteriata pur con l’illusione di assegnare posti di lavoro. La logica è che se ne sono tanti e ne servono pochi oggi e magari non quanti autorizzati, domani poiché troppi e poco redditizi le conseguenze sono o la chiusura o la limitazione del personale. Nella terra oseremmo dire di nessuno visto la mancanza totale di normativa sui Piani zonali attrezzati o urbanistici che raccordino in maniera omogenea la realizzazione di centri commerciali sul territorio comunale per evitare le desertificazione della città, è totale e nessuno se ne fa carico. Allora l’invito è al Comune e alle attività produttive della Regione: che si facciano interpreti di una questione diventata ingestibile dove ognuno si crea il suo spazio nel tempo e nei modi che crede e realizzino un sistema controllato o quantomeno moderato dalla concertazione e dalla consapevolezza di tutti gli operatori per evitare che a Ferragosto o a Natale o a Capodanno o a Pasqua ci siano aperture incontrollate. Aldo Ciaramella
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