
VENAFRO – Da tre anni l’Ente Parco Regionale dell’Olivo non riceve alcun contributo e le difficoltà sono ormai evidenti.
A parlarne con la nostra redazione è Emilio Pesino che, dopo l’impegno preso dal presidente del Consiglio regionale, spera in una piccola boccata d’ossigeno.
“Prendiamo atto dell’iniziativa del presidente Vincenzo Cotugno per risolvere la questione delle sedi del Parco dell’Olivo e del museo Winterline -afferma Pesino- Abbiamo sempre cercato di legare la fruizione del Parco a quella del centro storico e Palazzo De Utris, potrebbe esserne il fulcro della rinascita culturale. Con l’Associazione Winterline abbiamo da tempo rapporti di collaborazione e la possibilità di condividerne gli spazi offrirebbe una maggior qualità all’offerta turistica della città di Venafro”.
Anche Pesino come Bucci (presidente di Winterline ndr) chiama in causa lo IACP. Con l”istituto faremo una valutazione tecnica sullo stato del Palazzo e verificarne l’adeguamento alle normative e i costi di gestione. Ci potrebbe essere anche l’ipotesi della Palazzina Liberty, ma preferiremmo -commenta- non abbandonare il centro storico”.
Per ora però si tratta solo di “ipotesi”, dalla Giunta regionale infatti non è stato emanato nessun atto ufficiale.
“L’Esecutivo -continua il presidente- deve fare tutti i passi necessari per normalizzare un Ente che suscita un deciso interesse oltre i confini regionali. Se la Regione non trasferisce le risorse, seppur minime ma necessarie per la gestione di un ente, continueremo ad essere in difficoltà. In questo modo, non è possibile ottemperare ad impegni di bilanci assunti dal Consiglio direttivo sulla base di fondi assegnati dalle varie leggi finanziarie regionali e quindi pagare chi a vario tipo ha collaborato con il Parco nella manutenzione, per i progetti e per gli eventi. Ancora, nell’incertezza, non é nemmeno possibile programmare attività future. Tra l’altro i fondi, una volta erogati, serviranno anche alla gestione della nuova sede”.
L’idea del Parco, nata sul finire degli anni ’80, dopo 30 anni di impegno e lavoro, potrebbe essere vicina ad arenarsi. “Era la fine degli anni ’80 -racconta- quando ci rendemmo conto che le peculiarità del territorio venafrano per quanto riguarda l’olivicoltura, meritavano ben altra sorte rispetto all’imperante degrado e all’abbandono. Nessun luogo al mondo coltivato ad olivo, può vantare così tante tradizioni e citazioni letterarie. Così proponemmo un parco tematico sull’olivo per un territorio che forse, in altre parti, sarebbe stato tutelato diversamente nel corso degli anni”.
Oggi, ci scontriamo contro l’atavico immobilismo di una Regione che conferma di non credere nei Parchi quali volano di sviluppo non solo economico ma anche culturale del territorio. È chiaro, tuttavia, che è necessaria una modifica della situazione normativa di base del Parco per snellire le procedure dell’ente. Vanno differenziati i parchi agricoli o storici da quelli più propriamente naturalistici. Quando la Regione approvò la proposta di legge del parco l’adeguò alla legge delle aree protette (nonostante le finalità siano diverse).
Una delle discrepanze scaturite è, ad esempio, il “Piano del Parco”, che da una parte, giustamente viene ritenuto un’integrazione del piano paesistico, dall’altra l’adegua alla pianificazione delle aree protette che ha un iter diverso. Nonostante gli ostacoli, molte sono le iniziative già intraprese che, se non si rispetteranno gli accordi, rischiano di restare lettera morta. Come Ente Parco Regionale, assieme all’associazione “Città dell’Olio”, abbiamo presentato il dossier di candidatura alla “Rete rurale dei paesaggi storici”. È un’elite di paesaggi italiani che godranno di specifici finanziamenti e di un marchio ministeriale.
Siamo l’unico paesaggio nel Molise ad avere questo riconoscimento. Abbiamo aderito al Gal molise rurale, e ad altri innumerevoli progetti. Il protocollo d’intesa con l’UNIMOL e il Comune di Venafro ci permetterà di partecipare con maggior peso a bandi europei. Siamo convinti che la storia millenaria dell’olivicoltura venafrana possa essere riscritta in termini moderni e innovativi. L’obiettivo è quello di riscoprire e fortificare la vocazione agricola e olivicola di in territorio, che proprio per la mancanza di politiche simili nel passato, è stato oggetto di degrado e occupato da opifici inquinanti che tanti problemi creano.
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