ISERNIA – Robinù, il film di Michele Santoro, è stato proiettato per la prima volta, dalla sua uscita, in Molise a Isernia grazie al Progetto didattico ‘La Paura: una risorsa per l’essere’ del Liceo ‘Cuoco-Manuppella’.
Ospite dell’evento è stata la coautrice del docufilm Micaela Farrocco, giornalista molisana originaria di Cerro a Volturno (Isernia).
Gli alunni del liceo isernino hanno guardato con interesse i 130 minuti del girato che ha come protagonisti, di se stessi, due ragazzini di Napoli: Mariano e Michele. Sono due adolescenti che raccontano la loro storia dal carcere da cui usciranno a 40 anni per i reati commessi.
Micaela Farrocco si è trattenuta a lungo con gli studenti e ha risposto a tutte le loro domande, molte delle quali piene di incredulità per il mondo mostrato dal docufilm.
“E’ stata un’esperienza umana e professionale molto forte – ha detto la coautrice di Robinù a margine dell’incontro – non è stata semplice vincere la loro diffidenza nei nostri confronti. Quando hanno capito non eravamo a caccia di scoop, ma eravamo interessati alla loro storia si sono aperti”.
Un segno profondo negli studenti isernini ha lasciato la testimonianza, nel docufilm, della madri dei babyboss.
“Sono devastati dal dolore – ha detto ancora Micaela – e i loro sono messaggi di speranza e richieste di aiuto. Il film apre gli occhi sul cuore pulsante di Napoli che si fa finta di non vedere e non ascoltare”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA