CRONACA – Anziano avvelenato, l’assassina è un’infermiera di Ciorlano

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VENAFRO – Una vendetta trasversale. È questo il movente che avrebbe spinto A. M., un’infermiera 48 enne di Ciorlano, ad avvelenare, con una sostanza abrasiva, Celestino Valentino, il 76 enne ricoverato nel reparto di lungodegenza del Ss. Rosario di Venafro. L’odio e il rancore sono cresciuti nel tempo, maturati nei mesi successivi al trasferimento della donna, imposto dall’Asrem, dall’ospedale di Venafro al Veneziale.  La signora, un’ex infermiera del Ss. Rosario, a seguito dei tagli e delle riorganizzazioni effettuate all’interno della sanità regionale, era stata infatti trasferita nel nosocomio del capoluogo, luogo a lei, evidentemente, non congeniale. Una decisione questa vissuta non come una opportunità, ma come una ingiustizia, tanto da causarle risentimento e indurla a mettersi in malattia, pur di non prendere servizio nella vicina Isernia.  

La sua rabbia e il rancore intanto sono cresciuti, facendo maturare un sentimento di vendetta e odio, indirizzati soprattutto ad una collega: una infermiera colpevole solo di essere rimasta in servizio a Venafro, al contrario di lei. A “salvarla” da quel trasferimento proprio le condizioni di salute del padre. Una rivale scomoda dunque che, nella sua mente, l’aveva ingiustamente scavalcata, in altre parole, rea di essere causa della sua “sconfitta professionale”. “Perché lei sì e io no?”. Si sarà domandata, più e più volte, ripetendoselo come un mantra che alla fine le si è insediato dentro. Come farle pagare un tale smacco? La soluzione c’era, rimurginata e studiata a lungo. Doveva essere la conclusione più “adatta” a risolvere quella “ingiustizia”, una efficace giustizia fai da te: colpire una delle persone a lei care, e perché no, proprio il padre ricoverato in quell’ospedale che non l’aveva più “voluta”.

Un uomo inerme e indifeso che in quella storia non aveva alcun ruolo, se non la sfortuna di essere genitore di una inconsapevole “Pandora” e di essere stato ricoverato, proprio a Venafro, per poter più facilmente essere assistito anche dalla figlia. A incastrare l’infermiera “killer” il filmato di un circuito di videosorveglianza di un negozio, dove la donna ha acquistato la sua “arma silenziosa”, ma letale.  

Pertanto, la donna è stata arrestata dai Carabinieri di Venafro a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Isernia, in quanto ritenuta responsabile di omicidio volontario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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