
VENAFRO – Uno strano fenomeno accade a Venafro. Più di un bar da un giorno all’altro abbassa le saracinesche, lasciando con un palmo di naso, alias disorientati e senza informazioni, i clienti abituali ed altri eventuali frequentatori degli stessi locali commerciali.
Di sicuro ci saranno a monte motivi seri e precisi che hanno indotto al temporaneo abbassamento delle saracinesche, ma intanto perché non informarne l’opinione pubblica con apposito avviso cartaceo attaccato alla porta dell’esercizio, giusto come previsto dalla legge?
“Veder chiuso un bar da un giorno all’altro e senza alcun avviso o preavviso esposto -affermavano ieri diversi venafrani su Corso Campano-, lascia inizialmente sorpresi ed esterrefatti, dopodiché si è autorizzati a pensare di tutto e di più data l’assenza di motivazioni ufficiali ben esposte e visibili. In effetti non si sa cosa pensare…! Riaprirà quel bar? Quando avverrà? Perché è chiuso? Trattasi di norme non rispettate -somministrazione alcool a minori, orario di chiusura, musica ad altro volume in orari non previsti, igiene ect.- o cos’altro c’è sotto? Gradiremmo sapere per la doverosa e necessaria informazione di quanto accade, trattandosi di locali pubblici”.
In effetti gl’interrogativi della gente sono ampiamente plausibili e vanno soddisfatti esponendo all’esterno i motivi della chiusura, a che se c’è chi replica: “Basta andare al Comune e leggere in bacheca gli atti amministrativi, compresi quelli riguardanti le chiusure temporanee dei bar e le loro motivazioni”.
D’accordo, ma pensate che l’avventore quotidiano, compreso il turista/forestiero, dinanzi alla saracinesca abbassata di un bar decida di recarsi alla Casa Municipale di piazza Cimorelli, ossia ben lontana e ben in alto, per apprendere il motivo della chiusura di quel locale? A noi appare cosa fuori logica! A voi?
Intanto da notizie trapelate qualche bar, di quelli temporaneamente chiusi, dovrebbe restare chiuso ancora qualche giorno mentre qualche altro dovrebbe rialzare la saracinesca già quest’oggi.
Già, ma siamo sempre sui “si dice…”
Tonino Atella
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