
POLITICA – Se la riforma sullo ius soli, al momento ancora ferma al Senato, dovesse passare, si andrebbe a creare un identikit dei “nuovi italiani”.
Chi sono davvero?
Per lo più cristiani, cattolici e ortodossi, uno su tre è musulmano. Ovvero bambini e ragazzi figli di immigrati che riuscirebbero ad ottenere il passaporto con cittadinanza italiana. Ragazzi e bambini con genitori in gran parte romeni, albanesi e marocchini, ma anche cinesi, filippini ed indiani.
La Fondazione Leone Moressa, dopo le parole pronunciate da Papa Francesco che ha richiamato un “diritto a una nazionalità” per tutti i bambini, ha effettuato uno studio per cercare di capire quali sarebbero i potenziali nuovi italiani.
I minori stranieri presenti in Italia dal gennaio 2017 sono circa un milione, ovvero il 21% della popolazione immigrata totale. In particolare, sono per il 52% maschi, mentre le femmine sono il restante 48%.
Attualmente, tra i banchi di scuola si possono contare circa duecento nazionalità diverse.
Per quanto riguarda invece la religione, alla Moressa scrivono: “Possiamo stimare le religioni degli alunni stranieri in Italia – scrivono alla Moressa – partendo dal presupposto che gli immigrati provenienti da un determinato Paese, ne rispecchino anche la ripartizione per gruppi religiosi”.
Per quanto riguarda le nazionalità dell’Est Europa, la maggioranza è di religione ortodossa, mentre i cattolici sono in maggioranza nelle Filippine e i mussulmani sono in prevalenza nel Nord Africa, nei Balcani e in alcuni Paesi asiatici.
Insomma, stando agli studiosi della Moressa, saranno oltre 800mila i potenziali beneficiari della riforma e si tratterà in prevalenza di giovani provenienti da Paesi cristiani, mentre la componente musulmana si attesta al di sotto del 40%.
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