CAMPOBASSO – Bloccata la Carrese di San Martino in Pensilis dai Carabinieri del posto che hanno sbarrato la strada dove si sarebbe dovuto tenere la gara dopo il no della Prefettura arrivato all’ultimo momento sebbene la Commissione di vigilanza del Comune si era espressa a favore dell’effettuazione della corsa dove in gara c’erano Giovani Giovanotti e Giovanissimi.
Evidentemente l’organo di presidio del Governo centrale nel capoluogo regionale ha ritenuto inefficaci le misure previste per il normale svolgimento della manifestazione così come presentate e garantite dal Comune del luogo.
A questo punto confusione e caos si sono generati intorno alle ore 18,00 quando tutto era pronto per la partenza della Carrese con lo schieramento dei Carabinieri per l’impedimento della partenza e grande delusione e sconcerto della popolazione e di quanti erano arrivati da lontano sul posto per assistere al tradizionale e unico evento.
Rinaldo Sidoli responsabile nazionale dei progetti e delle iniziative speciali della Onlus presieduta dall’on. Michela Brambilla Le.I.D.A.A. (Lega italiana difesa animali e ambiente) dichiarava.
“Il Prefetto ha definitivamente bloccato la Corsa dei buoi a San Martino in Pensilis con blindati dei Carabinieri. È stato ripristinato un principio di legalità. Le proteste degli animalisti hanno finalmente dato i risultati sperati. Abbiamo vinto tutti. La Corsa dei Carri non è il simbolo di una comunità, ma dello sfruttamento animale. Un patrimonio culturale immateriale non si fonda sulla sofferenza dei più deboli. Non si può parlare di espressione di un’identità culturale collettiva da salvaguardare, poiché in ogni forma di maltrattamento di animale non vi è alcun interesse storico-culturale e demoetnoantropologico”.
Conclude la nota Sidoli: “In Molise da un secolo a correre sono crudeltà e illegalità in netto contrasto con la sensibilità crescente dell’opinione pubblica sul rispetto degli animali. Queste corse vanno abolite definitivamente senza se e senza ma. La nostra mobilitazione continuerà contro questa barbarie”.
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